I produttori di stampanti hanno pienamente titolo per bloccare l’utilizzo di cartucce non originali ma devono informare gli utenti, anche prima dell’acquisto, sulle limitazioni eventualmente poste in essere.
È questo ciò che emerge analizzando, a distanza di qualche giorno, due provvedimenti assunti da AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nei confronti di Epson e Lexmark.
A novembre 2021 l’Antitrust italiana aveva invitato sia Epson che Lexmark a fornire ai consumatori l’informazione che in alcune delle stampanti è installato un software che in un caso riconosce le cartucce installate e potrebbe rendere impossibile il funzionamento per utilizzo di cartucce non originali, nell’altro impedisce il normale funzionamento delle stampanti con “ricariche non originali” consentendo solamente l’uso di cartucce nuove originali e originali ricaricate o rigenerate da terzi.
AGCM definisce quella richiesta a Epson e Lexmark come un’informazione essenziale per effettuare una scelta economica informata e consapevole, sia al momento dell’acquisto di una stampante sia all’atto della proposta di un aggiornamento del software in essa installato.
Un utente interessato all’acquisto di una stampante potrebbe infatti rivolgere la sua attenzione su altri modelli e produttori dopo aver accertato la presenza di un’eventuale limitazione legata all’utilizzo esclusivo di cartucce originali. Allo stesso modo, se un aggiornamento del firmware della stampante introducesse una modifica volta a impedire l’uso di materiali non originali, anche in questo caso il consumatore potrebbe astenersi dall’applicazione della nuova versione del software.
Evitando il caricamento di un firmware aggiornato sulla sua stampante, l’utente potrebbe non avere più l’opportunità di risolvere bug importanti o addirittura vulnerabilità di sicurezza. Tuttavia, egli deve essere messo nelle condizioni di decidere se accettare o meno l’installazione di un aggiornamento chiarendo se esso introduce un eventuale blocco delle cartucce o della stampante.
L’Autorità italiana ha confermato che a seguito della moral suasion avviata a suo tempo, Epson ha proceduto all’integrazione delle informazioni stampate sulle confezione delle sue stampanti, sul suo sito Web e ha adeguato gli avvisi mostrati in in occasione sia dell’aggiornamento del software sia dell’utilizzo delle stampanti.
Questa la frase che è stata aggiunta per i prodotti che integrano limitazioni rispetto al materiale consumabile: “stampante il cui firmware contiene un sistema di riconoscimento delle cartucce. Gli aggiornamenti del firmware sono testati con cartucce originali Epson. Se si utilizzano cartucce non originali, questi aggiornamenti potrebbero avere un impatto sulla funzionalità delle stesse“.
Lexmark ha invece scelto questa formula: “questa stampante è progettata per funzionare esclusivamente con cartucce Lexmark Return Program con un chip nuovo e originale. Questa stampante funziona anche con cartucce Lexmark Regular originali nuove, riutilizzate o ricaricate. Lexmark utilizza misure tecniche di protezione volte a disabilitare la stampante se vengono rilevate cartucce con un chip non Lexmark, cartucce contraffatte e/o cartucce Return Program esauste. Gli aggiornamenti del firmware mantengono l’efficacia di queste misure e possono bloccare qualsiasi delle suddette cartucce, incluse quelle in precedenza funzionanti“.
Nell’eventualità in cui fosse rilevata una cartuccia non originale, Lexmark visualizza inoltre il seguente messaggio d’allerta: “cartuccia non originale disabilitata da misure di protezione perché contiene chip non Lexmark“.
L’iniziativa promossa da AGCM si pone sullo stesso solco di un provvedimento risalente a novembre 2020: all’epoca l’Antitrust aveva accertato alcune violazioni del Codice del Consumo da parte di HP. A distanza di alcuni mesi HP ha aggiunto un avviso circa l’uso di cartucce compatibili non originali.