Dopo un mese in cui Internet Explorer aveva fatto segnare un valore pressoché stabile in termini di quote di mercato, a dicembre il browser di Microsoft è tornato a scendere la china fino al 51,87%. Stando alle statistiche appena pubblicate dalla californiana Net Applications, Internet Explorer – solo nel corso del 2011 – avrebbe lasciato sul campo ben 7 punti percentuali. Il prodotto che ha tratto massimo vantaggio dal declino di Internet Explorer è stato, senza ombra di dubbio, Google Chrome cresciuto del 9% dall’inizio dello scorso anno raggiungendo, a fine 2011, la vetta del 19,11%.
Un valore che rinsalda la terza posizione del “navigatore” di casa Google che però è sempre più vicino, in termini di market share, a Mozilla Firefox fermatosi al 21,83%.
Se il trend di crescita di Chrome dovesse continuare al medesimo ritmo nel corso dei prossimi mesi, il browser potrebbe guadagnare la seconda posizione ai danni di Firefox già durante il prossimo mese di marzo (secondo le statistiche pubblicate da StatCounter il sorpasso si sarebbe già verificato).
Uno dei “punti deboli” di Firefox, come recentemente evidenziato anche da Accuvant, resta l’assenza di un meccanismo di sandboxing capace di confinare l’attività di eventuali elementi dannosi presenti nelle pagine web all’interno di un recinto ben delimitato, senza la possibilità che eventuale codice dannoso possa intervenire sulla configurazione del sistema operativo.
Come spiega Roger Capriotti, uno dei responsabili marketing di Internet Explorer, gli sforzi dell’azienda si sarebbero concentrati soprattutto nello spronare l’utenza di Windows 7, quello che viene considerato il sistema operativo Microsoft di riferiemnto, a migrare verso Internet Explorer 9.0.
Pochi i movimenti legati a Safari e ad Opera ai quali Net Applications attribuisce, rispettivamente, il 4,97% e l’1,66% del mercato.