Google è una delle società tecnologiche che stanno investendo e scommettendo maggiormente sul quantum computing.
L’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin ha voluto offrirne una nuova dimostrazione in occasione della conferenza annuale organizzata a Los Angeles dalla American Physical Society.
I tecnici di Google hanno svelato Bristlecone, un processore quantistico a 72 qubit, un vero e proprio record se si pensa che il chip Intel più recente usa 49 qubit: Intel presenta il chip neuromorfico Loihi e un processore quantistico a 49 qubit.
Diversamente rispetto ai bit, i qubit sono molto più instabili: la gestione degli errori riveste quindi un ruolo a dir poco essenziale. Anche perché i processori quantistici sono assai suscettibili alle variazioni delle condizioni ambientali ed è per questo che il loro impego “di massa” è ancora lontano.
Tenendo bassi i tassi di errore, un processore quantistico può quindi superare le prestazioni di un supercomputer tradizionale nella risoluzione di un problema specifico.
E Google spiega che Bristlecone può fare davvero da apripista per la progettazione e la realizzazione di potenti computer quantistici su larga scala.
Fare in modo che un processore come Bristlecone funzioni con un basso tasso d’errore richiede una perfetta armonizzazione tra tutti i vari attori: dal software ai circuiti elettronici e all’elettronica di controllo fino al processore stesso.
Nel settore del computing quantistico la sfida tra i big dell’industria è appena iniziata ma Google ritiene, con Bristlecone, di possedere un asso nella manica.