Lo scandalo Cambridge Analytica ha portato alla nascita di una campagna sui social network battezzata #DeleteFacebook con cui si incoraggiano gli utenti di Facebook a cancellare i loro account.
A sostenere l’iniziativa #DeleteFacebook ci sono alcuni nomi noti tra cui spicca quello di Brian Acton, cofondatore di WhatsApp, società acquisita da Facebook nel 2014.
Acton non rinnega la sua carriera all’interno di WhatsApp ma ha sempre espresso forti critiche da quando il social network di Mark Zuckerberg ha fatto propria l’azienda. Tanto che nel 2017 ha rassegnato le sue dimissioni esprimendo forte disaccordo con i piani del CEO di Facebook e sulle modalità con cui avrebbe utilizzato la piattaforma per ampliare il suo business.
Con una donazione di 50 milioni di dollari, Acton ha sostenuto la creazione della Signal Foundation, una realtà che ha come obiettivo la promozione dell’app di messaggistica sviluppata da Moxie Marlinspike: Il cofondatore di WhatsApp finanzia Signal con 50 milioni di dollari. Signal, sostenuta anche da Edward Snowden, è nata col fine di rendere le comunicazioni più sicure rispettando la privacy degli utenti ed evitando di sfruttare i dati personali altrui per la monetizzazione.
L’anno scorso anche l’altro cofondatore di WhatsApp, Jam Koum, ha deciso di andarsene. All’epoca (Anche l’altro cofondatore di WhatsApp, Jan Koum, abbandona l’azienda) le ragioni dei dissapori con la dirigenza di Facebook non vennero alla luce ma successivamente si seppe che il fattore scatenante che ha portato alle dimissioni sarebbero state le politiche sulla privacy che Zuckerberg voleva promuovere.
A distanza di un anno e mezzo dopo, Acton ha confermato – nel corso di una conferenza appena conclusasi negli Stati Uniti – di credere ancora nella campagna #DeleteFacebook dichiarandosi per giunta molto scettico sulli’impegno di Zuckerberg sul tema della privacy: Mark Zuckerberg e Facebook scoprono la privacy. Confermata l’unione delle piattaforme.