I cittadini britannici hanno scelto: sarà Brexit. La Gran Bretagna, sulla base di quanto emerso dal voto popolare, uscirà dall’Unione Europea. Da qualunque angolazione si guardi al risultato del referendum d’Oltremanica, quello che la Gran Bretagna, l’Europa e il mondo intero stanno vivendo è un momento storico perché nessuno stato, prima d’ora, aveva mai scelto di abbandonare l’Unione. Solo la Groenlandia, dipendenza territoriale della Danimarca, aveva lasciato l’Unione Europea nel 1985 e lo stesso Regno Unito, nel 1975, aveva indetto un referendum che portò il Paese a restare nell’allora CEE.
Cosa significherà la Brexit per il comparto tecnologico?
Ma quali conseguenze avrà l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea a proposito del comparto tecnologico?
Dipingere uno scenario futuro è ancora molto complesso. Certo è che per le aziende tecnologiche britanniche sarà molto più complicato fare business.
L’Unione ha infatti lavorato e sta lavorando per creare un singolo mercato digitale, che possa crescere e prosperare grazie ad un minor numero di lacci e laccioli burocratici e ad una normativa unica.
I cittadini britannici hanno poi potuto trarre vantaggio da una serie di disposizioni assunte a livello centrale: priorità per la diffusione della banda larga, maggiori garanzie in termini di protezione dei dati e collaborazione stretta tra i vari stati sul tema della sicurezza informatica e delle telecomunicazioni.
A breve i costi di roaming nell’ambito dell’intero territorio europeo saranno un ricordo.
Dopo la decisione di abbandonare l’Unione, le aziende britanniche – comprese quelle tecnologiche – saranno meno competitive. Telefonica, già a maggio, aveva dichiarato che la Brexit avrebbe messo in “serio pericoloso il business della società nel breve, medio e lungo termine“.
Del tutto speculare la posizione di BT, i cui ricavi – per un quinto – arrivano dalle attività in altri Paesi, fuori dalla Gran Bretagna. Portavoce di BT hanno affermato che la Gran Bretagna sarebbe dovuta restare nell’Unione, collaborando fattivamente alle riforme.
Un sondaggio Juniper Research ha poi evidenziato come il 65% dei lavoratori britannici del comparto tecnologico ritenga che la Brexit possa avere un impatto negativo sull’intera industria del tech a livello globale. Sette su dieci, tra gli intervistati, ritiene che la Brexit renderà estremamente complesso assumere nuovi specialisti in ambito tecnologico e minerà alla base la crescita delle aziende e la possibilità di fare business.
Basti ricordare che la Gran Bretagna guida il mercato tecnologico europeo con ben 18 società tra le 47 che, complessivamente, possono vantare ricavi oltre il miliardo di euro.
E gran parte degli “unicorni” – ovvero le aziende capaci di superare il miliardo di dollari di valutazione – erano strenuamente a favore del “remain” (come conferma un recente sondaggio promosso dal The Guardian).