Negli ultimi mesi l’Intelligenza Artificiale ha vissuto un vero e proprio boom, con investimenti onerosi da parti dei colossi tecnologici e la costruzione di data center appositi in tutto il mondo.
La crescita esponenziale di questa tecnologia, però, ha anche aumentato notevolmente i consumi energetici, con le strutture che stanno vivendo dei problemi di alimentazione. In tal senso, si parla ormai di veri e propri “colli di bottiglia” che stanno frenando la crescita dell’IA.
Questo è lo scenario descritto dal Financial Times, andando di fatto a confermare quanto predetto qualche giorno fa da Elon Musk. L’imprenditore, infatti, in una recente intervista, aveva affermato come dopo i problemi legati alla mancanza di chip del 2023, il successivo freno allo sviluppo di queste tecnologie sarebbe stata legata all’alimentazione energetica.
Un allarme a cui fa eco quando detto qualche mese prima da Andy Jassy, il CEO di Amazon.
Data center e crisi energetica: Microsoft valuterebbe persino piccole centrali nucleari
In un momento storico dove si parla di sostenibilità, i consumi legati al mantenimento dell’IA sono un vero e proprio pugno nello stomaco. Secondo quanto affermato dall’IEA, l’Agenzia internazionale per l’energia, nel 2026 il consumo di elettricità nei data center di tutto il mondo dovrebbe aumentare fino a 1.000 TWh. Per quantificare questo valore, basti pensare che è il consumo totale di energia elettrica di tutto il Giappone.
Il semplice funzionamento dei data center, però, non è l’unico problema legato all’IA. Queste strutture, infatti, non possono essere costruite ovunque: serve accesso a fonti di acqua per poter raffreddare di dispositivi. I luoghi adatti a tale scopo, soprattutto nel contesto americano, sono già stati occupati.
Allo stato attuale, di fatto, la mancanza di energia sembra essere l’unico grande ostacolo che deve affrontare lo sviluppo dell’IA. Per capire quanto sia forte la “sete” energetica, basti pensare che Microsoft, nello scorso anno, ha cominciato a valutare l’idea di implementare piccoli reattori nucleari proprio per raffreddare i suoi data center.