Con un’improvvisa “inversione ad U” rispetto a quanto inizialmente preventivato, a luglio 2021 il Ministero dello Sviluppo Economico decise di rimandare a data da destinarsi il passaggio a DVB-T2 con codifica HEVC. Si è trattato di un provvedimento che ha colto molti di sorpresa dal momento che la strada verso la migrazione a DVB-T2 sembrava ormai essere tracciata.
DVB-T2, acronimo di Digital Video Broadcasting – Terrestrial 2, è uno standard di trasmissione televisiva digitale terrestre di seconda generazione. È il successore dello standard DVB-T e offre miglioramenti significativi in termini di efficienza di trasmissione e qualità del segnale. L’obiettivo principale di DVB-T2 è quello di assicurare una maggiore capacità a vantaggio dei network televisivi, consentendo, grazie a tecniche di modulazione avanzate e a una migliore compressione dei dati, di erogare più contenuti televisivi in una banda di frequenza limitata.
Il bonus TV è un incentivo economico fornito dallo Stato italiano per sostenere la transizione verso la nuova televisione digitale terrestre (DTT) e promuovere l’adozione di dispositivi compatibili, almeno nelle ultime “declinazioni” del bonus, con la tecnologia DVB-T2. Secondo le ultime notizie, il Governo avrebbe stanziato ulteriori 90 milioni di euro per rinnovare l’agevolazione del bonus TV per tutti i cittadini interessati. Tuttavia, la misura entrerebbe in vigore solamente nel 2024 (non ci sarebbero margini per procedere già da quest’anno).
Quanto sta avvenendo ci restituisce due indizi: in primis, è altamente probabile che lo switch off di DVB-T quasi certamente non avverrà prima della fine del 2023; per secondo, sono ancora tanti gli italiani che si servono di TV e decoder incompatibili DVB-T2.
A fine 2022, infatti, l’Italia si è ridotta a un semplice “mini switch off“: semplicemente è stato disposto il passaggio allo standard di compressione lossy (con perdita di informazioni) MPEG-4 accantonando il più vecchio MPEG-2. La migrazione a MPEG-4 per le trasmissioni sul digitale terrestre non implica necessariamente un miglioramento della qualità dei flussi trasmessi dai broadcaster: così, complice anche il rilascio delle frequenze sui 700 MHz (consegnate, come da programma, agli operatori di telefonia mobile che offrono servizi 5G), abbiamo addirittura assistito – in tanti casi – a un decadimento della qualità di diverse trasmissioni, almeno per un nutrito gruppo di canali.
E mentre per il digitale terrestre si fa ancora tanta fatica, anche con Tivusat e DVB S2 sul satellite, l’offerta di contenuti 4K UHD è in continua crescita. Parallelamente, complice una sempre più ampia diffusione delle connessioni a banda ultralarga, sono iniziati i test per l’utilizzo di DVB-I ovvero per la trasmissione dei canali TV via Internet, sia live che on-demand, secondo uno standard universalmente condiviso.
Come funziona il nuovo bonus TV
Sempre in attesa di conferme ufficiali, i cittadini interessati (che versano il canone TV mediante bolletta elettrica oppure tramite modello F24) potranno avvalersi del bonus TV per l’acquisto di decoder di nuova generazione: il controvalore dell’incentivo è pari a 30 euro che salgono a 50 euro nel caso dei decoder Tivusat (è quindi sostenuto anche il passaggio alla TV satellitare, non solo a DVB-T2).
Sarà riconfermato anche un secondo vantaggio economico, il cosiddetto Bonus TV rottamazione: in questo caso l’utente deve impegnarsi a conferire un vecchio televisore nella raccolta RAEE per ottenere uno sconto del 20% sul TV nuovo. In ogni caso, però, l’importo della sovvenzione statale non potrà superare i 100 euro per ciascun soggetto richiedente.
Uno stesso nucleo familiare può accedere ad entrambi i bonus TV, anche in momenti diversi.
Il fatto è che fino al momento in cui il passaggio al DVB-T2 non diverrà effettivo e non si conoscerà la data certa dello switch off è altamente probabile che tanti italiani preferiscano posticipare l’acquisto di un nuovo decoder o di un TV di ultima generazione. È la posizione dei network televisivi locali che chiedono di fissare la data della migrazione a DVB-T2 non oltre il 31 dicembre 2023.
Di parere diametralmente opposto i broadcaster nazionali di più grandi dimensioni che suggeriscono di posticipare il passaggio a DVB-T2 fintanto che in circolazione, in Italia, vi sia un numero elevato di TV e dispositivi di ricezione del segnale televisivo non compatibili.
Nella bozza di proposta del Governo, si fa riferimento anche a una campagna informativa che dovrebbe iniziare entro 90 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento che reintroduce il bonus TV.
Allo stato attuale, ha certamente senso orientarsi sull’acquisto di nuovi TV e decoder: è però importante assicurarsi che siano compatibili DVB T2 HEVC a 10 bit. Il dato sulla profondità del colore è essenziale perché, ad esempio, i dispositivi compatibili HEVC a 8 bit non saranno in grado di ricevere i canali digitali terrestri una volta completata, in futuro, la procedura di switch off. Per acquistare un prodotto “a prova di futuro“, è inoltre bene verificare il supporto di DVB-S2 (lo switch off definitivo in ambito “sat” con la migrazione a DVB-S2 era stato fissato per il 30 giugno 2022) con certificazione Tivusat: in questo modo si è pronti anche per la ricezione dei canali TV satellitari. E cominciate a dare un’occhiata ai primi prodotti in grado di supportare e gestire senza problemi anche le trasmissioni DVB-I via Internet.