In un mondo dove la tecnologia corre veloce e i software vengono costantemente aggiornati, ci sono alcune funzioni molto utili che spesso vengono invece ignorate per anni e anni.
Il caso riguardante il Blocco note di Windows è un caso lampante. Gi utenti, infatti, hanno dovuto attendere ben 41 anni prima di poter godere di un sistema di controllo ortografico e correzione degli errori.
Blocco note è uno strumento proposto da Microsoft sui suoi sistemi operativi nell’ormai remoto 1983 e, sebbene l’integrazione del controllo ortografico sia apparso da tempo su software simili, in questo contesto non è mai stato adottato, almeno fino a oggi.
Nonostante negli scorsi anni il tool sia stato arricchito con alcune interessanti implementazioni come la ricerca interna, la possibilità di sostituire testo, i numeri di riga e il ritorno a capo automatico, nessun sviluppatore era mai intervenuto in questo contesto.
Blocco note e correzione ortografica: perché potrebbe intralciare alcuni utenti?
Alle richieste degli utenti ha voluto rispondere la compagnia di Redmond, direttamente attraverso il proprio blog ufficiale. Nello stesso, con un post datato marzo 2024, veniva spiegato come sarebbe stato implementato il controllo ortografico.
Lo strumento, dunque, sarà finalmente in grado di sottolineare in rosso i termini che considera non corretti. Per correggere gli eventuali errori segnalati, gli utenti possono utilizzare la combinazione di tasti Maiusc e F10. Questa scorciatoia offre l’alternativa alla parola errata considerata più attendibile da Windows.
Oltre ad accettare la correzione è possibile ignorare il suggerimento oppure aggiungere la nuova parola nel dizionario, in modo che la stessa non sia più segnalata da Blocco note. Come è facile intuire, l’app supporta più lingue e dovrebbe funzionare senza problemi anche con l’italiano.
L’introduzione della correzione ortografica comporta però un potenziale problema per alcuni specifici utenti, per esempio i programmatori che utilizzano Blocco note per lavorare sul codice. In questo caso, però, va detto che Microsoft offre la possibilità di disattivare tale funzione.