Alcune tra le più importanti aziende si stanno sfidando da tempo per creare modelli linguistici che possano diventare uno strumento sempre più evoluto per il funzionamento delle applicazioni basate sull’intelligenza artificiale.
Di recente abbiamo presentato BLOOM, un modello LLM che supporta 46 linguaggi naturali, 13 linguaggi di programmazione e, soprattutto, è stato rilasciato come prodotto aperto sfruttabile da qualunque sviluppatore in qualsiasi progetto.
Meta-Facebook ha presentato BlenderBot 3, il primo chatbot pubblicamente disponibile che è stato addestrato meticolosamente dagli sviluppatori e che supporta ben 175 miliardi di parametri.
BlenderBot 3 è in grado di eseguire ricerche in Internet per chattare su qualsiasi argomento ed è progettato per imparare a migliorare le proprie competenze e abilità attraverso conversazioni naturali e feedback di persone in carne ed ossa.
Meta AI ha combinato due tecniche di machine learning sviluppate di recente, SeeKeR e Director, per creare modelli conversazionali che apprendono dalle interazioni e dai riscontri forniti dagli utenti. Un punto focale consiste nell’implementazione di una serie misure di sicurezza che consentono di proteggere il chatbot. Sono state cioè sviluppate nuove tecniche che consentono l’apprendimento da persone che possono essere d’insegnamento evitando invece di dare credito a quei soggetti che stanno cercando di ingannare il modello con risposte inutili o tossiche.
Ciononostante Facebook scrive che le conversazioni con BlenderBot 3 potrebbero ancora assumere derive pericolose con il chatbot che potrebbe usare un linguaggio sconveniente od offensivo. Per questo motivo l’utilizzo di BlenderBot 3 è stato aperto al pubblico ma è riservato solamente agli adulti.
“Sebbene sia doloroso vedere alcune risposte offensive, demo pubbliche come questa sono importanti per costruire sistemi di IA conversazionale veramente robusti e colmare il chiaro divario che esiste oggi prima che tali sistemi possano essere prodotti“, si spiega ancora da Facebook. “Richiediamo che tutti coloro che utilizzano la demo abbiano più di 18 anni, che riconoscano che si tratta di un’iniziativa per il mero scopo di ricerca e di intrattenimento; che il chatbot può fare affermazioni false o offensive e che il chatbot non venga intenzionalmente usato per fare affermazioni offensive“.
Gli esperimenti iniziali mostrano già che all’aumentare del numero delle persone che interagiscono con il modello, BlenderBot 3 impara dalle varie esperienze, ottimizza il suo funzionamento e diventa sempre più sicuro sebbene quello della sicurezza rimanga un problema aperto.
Gli sviluppatori di BlenderBot assicurano che i dati di conversazione organici raccolti dal sistema saranno pubblicamente condivisi in modo da venire incontro anche alle esigenze della comunità.
BlenderBot 3 offre prestazioni superiori perché è costruito a partire dal modello di linguaggio OPT-175B sviluppato da Meta AI e disponibile pubblicamente di Meta. Esso ha dimensioni pari a 58 volte quelle di BlenderBot 2 ed è contraddistinto da un design modulare.
Meta-Facebook descrive il funzionamento di BlenderBot 3 in un post dedicato tracciando anche quelli che saranno i futuri sviluppi e i molteplici campi applicativi di questo tipo di strumenti.
Al momento BlenderBot 3 risulta accessibile solo da indirizzi IP pubblici statunitensi: non provate a usare VPN o, ad esempio, a navigare con Tor Browser da un IP USA perché il sistema sviluppato da Meta riesce a riconoscere e bloccare i tentativi di connessione che non provengono davvero dal Paese a stelle e strisce.
L’unico sistema sarebbe quello di usare un proxy server privato posto negli Stati Uniti e sconosciuto a Meta.
Nel frattempo i primi report descrivono un BlenderBot 3 che commette errori (è convinto che Donald Trump sia ancora il presidente in carica negli Stati Uniti) e presenta saltuariamente un comportamento antisemita e razzista oltre che un atteggiamento menefreghista rispetto ai bisogni degli altri individui. È esattamente quello che i tecnici di Meta AI stanno cercando di evitare e che è comune a molti altri sistemi basati sull’intelligenza artificiale: con il tempo BlenderBot 3 dovrebbe crescere e, forse, porsi alle spalle gli estremismi.