L’intelligenza artificiale generativa mette a rischio alcune professioni e/o, numericamente, dei posti di lavoro? Secondo Bill Gates, fondatore di Microsoft, la risposta è sì, ma bisogna considerare anche i vantaggi che prodotti e servizi AI portano con sé.
L’imprenditore di Seattle ritiene che il 2024 sia l’anno dell’AI e che quest’ultima continuerà ad integrarsi nei flussi di lavoro delle persone. Eppure, nel corso di una recente puntata del suo podcast “Unconfuse Me with Bill Gates“, che ha visto Sam Altman di OpenAI ospite, Gates ha ammesso di essere stato inizialmente scettico proprio sull’intelligenza artificiale e che non si aspettava una crescita così rapida, anche in termini di efficienza.
La sua opinione in merito è cambiata, non è più un mistero, e infatti il filantropo statunitense ha confermato che la sua fondazione, la Bill & Melinda Gates Foundation, impiegherà proprio l’intelligenza artificiale per migliorare le condizioni di vita e il settore sanitario nelle zone a basso reddito.
AI e lavoro: cosa ne pensa Bill Gates
Nel corso di una intervista rilasciata a Trevor Noah, Bill Gates ha dichiarato che l’AI potrebbe eliminare dei posti di lavoro e che, vista la sua crescente adozione nelle aziende, alcune professioni potrebbero diventare obsolete nel giro di poco tempo. L’integrazione dell’intelligenza artificiale nel workflow potrebbe però portare anche a benefici, come eliminare la necessità di lavorare cinque giorni a settimana.
Gates non è entrato nello specifico, a differenza del CEO di NVIDIA, che in una recente intervista ha sconsigliato alle future generazioni di considerare una carriera nell’ambito della programmazione. Per Huang, infatti, l’intelligenza artificiale già oggi è una parte fondamentale della programmazione e non passerà molto tempo prima che prenda il totale sopravvento sulla professione. Su cosa puntare dunque? Biologia, istruzione e industria manifatturiera.