Nel corso di un’intervista rilasciata all’americana CBS, Bill Gates si è dichiarato insoddisfatto di come in Microsoft si sta attualmente gestendo la tematica dell’innovazione. Per il fondatore del colosso di Redmond, Microsoft non starebbe innovando a sufficienza ed avrebbe perso troppo tempo nel settore mobile. “Non abbiamo mancato del tutto l’appuntamento con i dispositivi mobili“, ha dichiarato Gates, “ma il mondo con cui ci siamo rivolti a questo mercato non ci ha permesso di acquisirne la leadership. È stato un evidente errore“.
L’ex numero uno di Microsoft, sino ad oggi impegnato pressoché interamente con la sua fondazione umanitaria (Bill & Melinda Gates Foundation), ha criticato la Microsoft degli ultimi anni pur apprezzando il lavoro svolto dall’attuale CEO Steve Ballmer, entrato ufficialmente in carica nel 2008 dopo l’abbandono di Gates (tutt’oggi presidente onorario). “Io e Steve Ballmer siamo persone molto più autocritiche di quanto possiate immaginare“, ha aggiunto Gates pronunciando parole di apprezzamento nei confronti di prodotti quali Windows 8, Surface e Bing. Non è però abbastanza, ammette Gates.
Dopo il recente addio di Steven Sinofsky, sino a novembre scorso principale responsabile della divisione Windows e visti gli evidenti sforzi, dell’intero team Microsoft, nell’unire lo sviluppo del sistema operativo con quello della piattaforma Windows Phone, è chiaro come – a questo punto – l’obiettivo sia a questo punto quello di innovare creando un ecosistema il più possibile vasto ed apprezzato. È un po´ il concetto che Stephen Elop, ex Microsoft, amministratore delegato di Nokia, aveva dovuto sviscerare: “i nostri concorrenti non stanno facendo proprie le nostre quote di mercato con i dispositivi ma grazie ad interi ecosistemi“.
Gates non ha anticipato nulla di ciò che Microsoft presenterà nel prossimo futuro ma in tanti concordano su un punto: le eccezioni sollevate dal presidente onorario della società evidenziano come, evidentemente, l’imprenditore 57enne – l’uomo più ricco degli Stati Uniti – sia tutt’altro che un semplice “spettatore”.