Portare l’accesso ad Internet in tutto il mondo, anche nelle zone più disagiate, non sarebbe una priorità. A sostenerlo è niente meno che Bill Gates, cofondatore di Microsoft, in un’intervista appena rilasciata al Financial Times. Classe 1955, presidente onorario del colosso di Redmond, figura che ultimamente qualcuno ha iniziato a ritenere un po´ ingombrante nell’ottica di un’efficace riorganizzazione societaria (Bill Gates estromesso dal ruolo di presidente Microsoft?), Gates si occupa da anni della fondazione umanitaria, creata con la moglie Melinda, che si occupa di combattere alcune malattie, tra le quali AIDS e malaria, nel terzo mondo.
“È più importante la connettività od un vaccino per la malaria? Se ritenete che la connettività sia la chiave di volta, bene. Io non lo penso“. Ha dichiarato Gates.
Le parole di Gates hanno subito fatto il giro del mondo e la stampa ha immediatamente contrapposto, alle sue argomentazioni, la posizione più volte illustrata da Mark Zuckerberg, CEO di Facebook e dai vertici di Google. Si è ricordato ad esempio il progetto Internet.org che vede impegnato il social network in blu insieme con altre aziende di fama mondiale (Samsung, Ericsson, MediaTek, Nokia, Opera e Qualcomm) per offrire la connettività, in futuro, a 5 miliardi di persone (Internet.org, per connettere 5 miliardi di persone).
Si è rammentata “Loon“, iniziativa promossa da Google attraverso la quale si vuole offrire connettività a banda larga per mezzo di palloni aerostatici (Google: Internet a banda larga con i palloni aerostatici), progetto che Gates aveva di recente criticato.
Difficile derubricare le esternazioni di Gates a semplice “scivolone”. Ad una prima lettura, le dichiarazioni riportate dal quotidiano economico statunitense appaiono molto superficiali. È invece probabile che quella di Gates sia stata una provocazione per riportare l’attenzione dell’Occidente su tematiche che troppo spesso, nei Paesi più ricchi, passano inosservate. La Bill and Melinda Gates Foundation devolve circa 4 miliardi all’anno per combattere la povertà, quasi la metà di quanto gli Stati Uniti hanno speso nel 2012 per le varie iniziative umanitarie. La fondazione dei coniugi Gates è oggi considerata come la più grande al mondo, attivissima nella ricerca medica, nella lotta all’AIDS e alla malaria, nel miglioramento delle condizioni di vita nel terzo mondo e nell’educazione.
È vero che la tecnologia e la rete Internet “non salveranno il mondo”. Come potrebbero farlo? Sono infatti dei “mezzi” che possono essere sfruttati per perseguire gli obiettivi più disparati. Il miglioramento delle condizioni di vita delle persone, soprattutto nei Paesi più arretrati, dell’educazione, la crescita culturale, la lotta alle malattie, sono traguardi che possono essere raggiunti proprio grazie alla tecnologia ed alla diffusione dell’accesso ad Internet. Impossibile che Gates non lo sappia o faccia finta di non saperlo.
Bene quindi investire sia sui vaccini sia sulla diffusione dell’accesso alla Rete. Non c’è bisogno di stilare una lista delle priorità. Tutt’al più, le “tabelle” da compilare sarebbero due: la prima contenente gli obiettivi da raggiungere, la seconda i mezzi da sviluppare e distribuire per raggiungere gli obiettivi prefissi. In questo senso la diffusione della Rete su scala globale, assume un’importanza a dir poco fondamentale.
“Se un uomo ha fame non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare. Solo così non lo avrai sfamato per un giorno, ma per sempre“, dice un noto proverbio cinese. Ecco perché “il mezzo” è sempre importante.