La Bielorussia, nazione dell’Europa orientale, storicamente parte dell’URSS e tornata indipendente nel 1991 dopo la caduta del regime sovietico, si appresta a varare una delle leggi censorie più dure a livello mondiale. Dal prossimo 6 gennaio a tutti i cittadini residenti nella repubblica presidenziale sarà vietato di collegarsi con qualunque sito Internet straniero. Secondo Peter Roudik, membro della Libreria del Congresso degli Stati Uniti, l’effettuazione di una qualunque transazione sui siti web esterni alla nazione bielorussa sarà considerata illegale e gli stessi provider Internet locali che dovessero consentire simili attività potranno essere direttamente chiamati in causa.
Le imprese che, per offrire i propri servizi, si appoggiano a strutture esterne alla nazione est-europea non potranno più farlo e, qualora non si adeguassero alla nuova normativa, potranno essere immediatamente sanzionate e perseguite.
Il provvedimento censorio si aggiunge ad una situazione generale che vede la Bielorussia tra le nazioni ove la libertà d’espressione è già limitatissima. “Reporters sans frontières” ha più volte manifestato grande preoccupazione per le sorti di un Paese da troppo tempo vessato. La classifica relativa al 2010 e legata alla libertà di stampa pone la Bielorussia al 154esimo posto, quasi fanalino di coda. L’Italia fu posizionata ad un mediocre 54esimo posto, ben distante dalle valutazioni assegnate agli altri Paesi europei e ad alcuni stati africani (ved. questa pagina).