Infratel Italia – società controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico che sovrintende la diffusione della banda larga nel nostro Paese con particolare attenzione alle aree afflitte dal problema del digital divide, attingendo a fondi statali ed europei – ha appena reso noti i nominativi degli operatori di telecomunicazioni che sono stati ammessi alla procedura di assegnazione degli appalti per la realizzazione delle infrastrutture a banda ultralarga nelle cosiddette “aree a fallimento di mercato” di Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto.
In pratica, lo Stato investirà una somma complessiva pari a 1,4 miliardi di euro per migliorare la copertura della rete a banda ultralarga nelle cinque regioni tenendo per sé tutte le infrastrutture, una volta realizzate, e concedendole in uso agli operatori che vorranno proporre le loro offerte agli utenti finali.
Si tratta del primo bando Infratel per le “aree bianche” del Paese (Aree a fallimento di mercato: arriva la banda ultralarga?) a cui ne è già seguito un altro: Banda ultralarga, secondo bando per le aree bianche.
Come si evince da questo documento ufficiale, lo scontro sarà tra Telecom Italia ed Enel Open Fiber che potrebbero realizzare le reti in Abruzzo e Molise, Lombardia e Veneto.
In Emilia Romagna e in Toscana, le due aziende dovranno invece confrontarsi, rispettivamente, con le “rivali” E-via (EOLO) ed Estra (con Infracom).
Entro la fine di gennaio dovrebbero essere pubblicati i nomi degli assegnatari degli appalti Infratel anche se permangono alcuni nodi da sciogliere.
Il primo è sicuramente il ricorso avviato da Telecom Italia che sarà affrontato presso il TAR il prossimo 25 gennaio. Come spiegato nell’articolo Banda ultralarga nelle aree bianche: denuncia di Telecom, l’ex monopolista solleva diverse eccezioni sulla procedura di gara e, in particolare, chiede quali servizi di accesso all’ingrosso debbano essere forniti dal beneficiario a vantaggio degli altri operatori e se ci siano sufficienti garanzie in termini di tariffazione.
Il secondo ostacolo è una denuncia presentata da Fastweb. In questo caso, però, non è stata ancora fissata un’udienza.