I bambini cresciuti con Internet potrebbero essere senza dubbio più esperti di tecnologia rispetto all’adulto medio, ma la loro comprensione intuitiva di tale universo non è sinonimo di esperienza.
Questo è quanto emerge da una ricerca di Home Security Heroes, che ha dimostrato come i cybercriminali si concentrino sempre più verso gli utenti in giovane età, attraverso termini di ricerca specifici, per proporre loro siti Web compromessi. La ricerca, che fa luce sui termini di ricerca più pericolosi in circolazione, suona come un vero e proprio allarme per i genitori.
I bambini spesso cercano termini della cultura pop come giochi più venduti, le loro celebrità preferite e i migliori cartoni animati. Non sorprende che gli autori malintenzionati utilizzino tecniche SEO per incorporare queste parole chiave nei loro siti.
La ricerca in questione ha preso in esame le keyword più ricercate attraverso Google Trends, con i risultati in SERP esaminati poi da servizi come Sucuri SecurityCheck. In media due termini di ricerca popolari su tre, cercati comunemente dai bambini, presentano risultati che includono malware o pericoli simili.
Bambini e malware: ecco le keyword più pericolose
“Boss Baby” è stato una delle peggiori keyword in questo senso, con attori malintenzionati che spesso utilizzavano il popolare franchise mediatico orientato ai bambini per prendere di mira le persone più vulnerabili su Internet. Lo stesso vale per “Beetlejuice“, “Animal Crossing” e persino “Pokemon“, rivelando che idealmente ai bambini non dovrebbe essere consentito di fare clic sui risultati di ricerca senza la presenza di un adulto.
Il 56% dei risultati ottenuti con “Hotel Transylvania 2” portava a siti pieni di malware. Il 48% dei risultati per “Cattivissimo Me 2” presentano una situazione simile, il 45% per “Big Hero 6” e “Shrek” e il 44% per “Wall-E“, “Megamind” e “Shark Tale“.
Per quanto riguarda i giochi, Animal Crossing è risultato il più pericoloso con il 46% dei risultati di ricerca che presentavano un rischio di infezione da malware. Tutta la ricerca, di fatto, dimostra come i cybercriminali abbiano una conoscenza approfondita di come possono rendere più semplice il loro lavoro prendendo di mira i più piccoli.
In virtù di quanto detto finora è chiaro quanto sia necessario lavorare di più per educare le nuove generazioni ai pericoli del Web, cominciando fin dal primo momento in cui vengono a contatto con questo fantastico ma pericolosissimo mondo.