Circa tre quarti (74%) di tutte le infezioni da rootkit trarrebbe origine da sistemi basati su Windows XP.
E’ quanto ha stabilito Avast, società ceca specializzata nello sviluppo di soluzioni software antivirus ed antimalware. Ad oggi, secondo quanto rivelato, il 49% degli utenti che si sono affidati ai prodotti a marchio Avast utilizzerebbero ancora Windows XP mentre il 38% ed il 13% sarebbero passati, rispettivamente, a Windows 7 ed al più vecchio Windows Vista.
“Uno dei problemi di Windows XP è l’elevato numero di versioni piratate del sistema operativo“, ha dichiarato Przemyslaw Gmerek, ricercatore capo di Avast. “In tali situazioni, spesso, gli utenti non sono in grado di applicare aggiornamenti che presuppongono la validazione – e quindi il controllo di autenticità – del software“.
Gmerek ha ricordato come i sistemi operativi Microsoft di “fattura” più recente siano maggiormente resistente alle infezioni da rootkit. E’ bene comunque non abbassare mai la guardia fidando su un “falso senso di sicurezza”, ha spiegato l’esperto, dal momento che è proprio l’utente, quando agisce con poca cautela, a porgere il fianco ad eventuali infezioni.
Quasi due terzi delle infezioni da rootkit (62%) prendono di mira il Master Boot Record (MBR) del disco fisso mentre il 27% opera a livello di driver di periferica.