Audiolibri di Spotify e AI: salto di qualità per le voci narranti artificiali

Spotify e ElvenLabs insieme per fornire ai creator strumenti utili a realizzari audiolibri tramite voce AI.

Spotify sta ampliando il suo impegno nei confronti degli audiolibri attraverso una nuova partnership con ElvenLabs. L’azienda in questione è uno dei nomi più apprezzati a livello mondiale per quanto riguarda i generatori vocali legati all’Intelligenza Artificiale.

Questa sinergia, oltre al supporto di 29 diverse lingue per gli audiolibri su Spotify, dovrebbe portare a ulteriori interessanti novità. Attraverso l’ausilio di software AI, ElvenLabs fornirà agli autori gli strumenti per controllare la voce e l’intonazione del narratore per creare contenuti più piacevoli da ascoltare.

In passato, la piattaforma di streaming musicale aveva già collaborato con Google Play Books per utilizzare un software simile a quello di NotebookLM, utile per creare audiolibri di qualità senza dover assumere dei narratori.

Audiolibri con voce realizzata tramite AI: la sinergia con ElvenLabs premia i creatori di contenuti

Nella dichiarazione di annuncio della nuova sinergia, Spotify ha sottolineato come questa nuova integrazione dovrebbe favorire la creazione di contenuti di qualità, permettendo agli autori di non spendere denaro per narratori in carne e ossa.

Secondo quanto sostenuto dalla piattaforma di streaming, gli ascoltatori saranno in grado di distinguere tra voci umane e quelle generate dall’AI grazie alle informazioni presenti nei metadati che saranno visibili su Spotify e su tutti gli altri rivenditori che utilizzano la piattaforma.

D’altro canto, su piattaforme come YouTube esistono già centinaia e centinaia di canali che propongono contenuti realizzati con voci artificiali e, in molti casi, per gli utenti è molto difficile accorgersi che non stanno avendo a che fare con un narratore reale.

Ma cosa pensano gli ascoltatori a riguardo? In molti non apprezzano l’utilizzo massiccio di voce artificiale, considerando l’utilizzo della stessa un artefatto e, in alcuni casi, sentendosi quasi “presi in giro“. Va poi considerato anche chi lavora come narratore che, di fatto, sta vedendo l’AI sostituirlo in modo definitivo.

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