Secondo quanto riportato da Corvus Threat Intel, lo scorso mese di novembre ha visto una notevole impennata di attacchi ransomware.
Dopo un ottobre relativamente tranquillo, infatti, sembra che i gruppi di cybercriminali siano tornati alla carica, facendo registrare un numero record di vittime. Il rapporto, pubblicato il 18 dicembre 2023, ha evidenziato come i ricercatori di Corvus hanno individuato i dati di ben 484 nuove vittime pubblicati su siti del Dark Web.
Numeri alla mano, da inizio anno ogni mese è stato registrato un aumento costante di vittime, a dimostrazione di come questa minaccia sia una delle più temibili tra le tante presenti online.
A determinare questo “novembre nero” per i ransomware, sarebbe stato il ritorno di LockBit, con diversi casi registrati anche in Italia. Per i ricercatori, in media, questo tipo di attacco rappresenta da solo circa un quarto dei casi registrati.
Dal ritorno di LockBit alle nuove strategie e tecnologie: gli attacchi ransomware restano un pericolo
Altra campagna malevola responsabile dell’aumento di novembre, secondo Corvus Threat, è la vulnerabilità CitrixBleed, ampiamente sfruttata dai criminali informatici.
Per quanto le previsioni dell’immediato futuro, gli esperti del settore restano pessimisti: come è facile intuire, dicembre farà probabilmente segnare un ulteriore aumento di casi. A quanto pare, però, vi sarà poi un periodo di relativa tranquillità.
Gli esperti infatti, affermano che gennaio è un mese che i cybercriminali si prendono di solito come “pausa”. Nonostante ciò, così come per qualunque altro tipo di minaccia informatica, è assolutamente vietato abbassare la guardia.
Il ritorno di QakBot e il sempre più intenso utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per trarre in inganno le potenziali vittime, non lasciano presagire un calo nell’immediato futuro delle azioni ransomware.
Sia nel contesto aziendale che in quello domestico, oltre alla massima prudenza, è consigliabile adottare degli strumenti adeguati per la difesa informatica.