Starlink, società di Elon Musk specializzata nella fornitura di comunicazioni via satellite a clienti business e privati, avrà presto un nuovo rivale. Astranis, società statunitense con sede a San Francisco (California) guidata dal CEO John Gedmark, ha annunciato un servizio che permetterà di trarre vantaggio da una larghezza di banda satellitare pari ad almeno 50 Gbps.
La nuova piattaforma si chiama Astranis Omega e debutterà sul mercato, almeno stando ai piani dell’azienda, nel corso del 2026. Non si tratta di un'”improvvisazione” perché Astranis già offre servizi di comunicazione satellitare in molti Paesi del mondo avvalendosi dei suoi satelliti MicroGEO, delle dimensioni di una lavastoviglie e del peso pari a circa 400 kg.
L’adozione di una versione migliorata del satellite MicroGEO, un po’ più grande e pesante (600 kg), consentirà di aumentare la velocità di trasmissione dati da 10 Gbps ad almeno 50 Gbps. Omega rappresenterà un balzo in avanti, offrendo – secondo i portavoce di Astranis – la migliore capacità per chilogrammo.
Cos’è e come funziona il servizio Astranis Omega
Gli attuali satelliti sfruttano un sistema ibrido di propulsione chimica, che brucia combustibile e ossidante, ed elettrica. Omega sarà alimentato esclusivamente mediante propulsione elettrica, estendendo la sua vita operativa a quasi 10 anni e migliorando la manovrabilità in orbita.
Nella fase iniziale, le aziende saranno i principali clienti di Omega: il co-fondatore e CEO di Astranis ha per adesso preferito evitare di fare nomi ma ha rivelato che le aziende energetiche, petrolifere e del gas hanno interessi su vaste geografiche e necessitano di un supporto satellitare sicuro.
I satelliti Astranis, inclusi i MicroGEO, sono di piccole dimensioni, il che riduce i costi di lancio e operativi. L’idea è quella di fornire un’offerta “satellite come servizio“, arrivando addirittura ad assegnare un satellite, completamente o parzialmente, a un singolo cliente a fronte di una tariffa mensile oppure “una tantum”.
Per confronto, i satelliti convenzionali sono tipicamente grandi quanto un autobus scolastico e pesano diverse tonnellate. Ad esempio, Viasat, che fornisce servizi di banda larga satellitare ad alta velocità, ha una piccola costellazione di satelliti con una capacità di trasmissione di 1.000 Gbps, ma i satelliti sono enormi e pesano fino a 6.000 kg.
Astranis prevede lanciare il primo satellite Omega nel 2025, facendolo seguire da altri sei nel corso nel 2026. Dopo questa fase iniziale, l’azienda prevede di posizionare in orbita fino a 24 satelliti l’anno, a seconda del ritmo di produzione (i satelliti Omega saranno costruiti “in casa” per circa il 70%).
Gli USA spingono con forza sulle comunicazioni satellitari
L’amministrazione Biden sta proponendo un programma di investimenti significativo al fine di estendere e potenziare la capacità di comunicazione satellitare, con un’enfasi sulla protezione, gli aspetti “tattici” e l’utilizzo di bande di frequenza specifiche. Le implicazioni sono sia civili che militari e potrebbero appunto avere un notevole impatto sull’industria delle comunicazioni satellitari, Astranis compresa.
Le bande di frequenza Ka e X sono utilizzate nello specifico proprio per le comunicazioni satellitari. La banda Ka è una porzione dello spettro delle onde elettromagnetiche che si estende approssimativamente da 26,5 a 40 GHz. È nota per la sua capacità di trasportare un’enorme quantità di dati, rendendola ideale per le applicazioni che necessitano di un’ampia larghezza di banda.
La banda X si pone su frequenze leggermente più basse rispetto alla banda Ka, tipicamente da 7 a 12,5 GHz. Questa banda è utilizzata per una varietà di scopi, inclusi sistemi di comunicazione militare, radar meteorologici e altimetria satellitare. Offre una maggiore resistenza alle interferenze atmosferiche, una caratteristica che la rende utile per tutte quelle applicazioni che richiedono una maggiore precisione e affidabilità nelle comunicazioni.
Il programma statunitense “Protected Tactical SATCOM-Global (PTS-G)” prevede investimenti per 558 milioni di dollari in due anni con l’obiettivo di espandere la costellazione di comunicazioni geostazionarie di piccoli satelliti in banda Ka e X.