Fake news: link verso il motore di ricerca di Google possono aiutarne la diffusione

Un ricercatore scopre un comportamento anomalo da parte del motore di ricerca di Google: modificando la struttura dell'URL è possibile generare risultati delle ricerche che possono contribuire alla diffusione di fake news.

Il Knowledge Graph o grafo della conoscenza è uno strumento che è stato introdotto dai tecnici di Google nel motore di ricerca già da diversi anni. Esso si occupa di stabilire legami semantici tra parole, concetti, persone e luoghi: sulla base dei termini di ricerca inseriti dall’utente, Google può in molti casi fornire direttamente le risposte ai quesiti che sono stati posti: Più risposte sul motore di ricerca Google, meno link.
Anziché cliccare sui link, quindi, il motore di Google mostra in bell’evidenza le informazioni cercate dall’utente: quanti anni ha una persona famosa? Come si raggiunge un luogo? Chi ha inventato un oggetto? Quando si è verificato un evento? Sono solo alcuni esempi di quesiti a cui viene data risposta proprio facendo leva sul Knowledge Graph. Suggeriamo anche la lettura dell’approfondimento Cercare con Google, trucchi e segreti.

Il meccanismo del grafo della conoscenza viene adoperato anche dall’assistente digitale di Google per fornire rapidamente risposte sulla base di interrogazioni avanzate mediante comandi vocali.

Circa un anno fa il ricercatore Wietze Beukema ha segnalato a Google un problema che potrebbe favorire la diffusione di notizie fasulle, le cosiddette fake news: Fake news: cosa sono, come riconoscerle e perché sono diventate un problema.
Beukema ha infatti scoperto che alterando i parametri mostrati nell’URL di Google in seguito a qualunque ricerca, è possibile far comparire schede del Knowledge Graph che non c’entrano nulla.

Provate a digitare nel motore di ricerca di Google Donald Trump e cliccate sull’icona, nel riquadro di destra, che permette di condividere le informazioni.

Otterrete un “link corto” che comincia per https://g.co. Copiatelo in una nuova scheda del browser e annotate quanto riportato in corrispondenza del parametro kgmid, nella barra degli indirizzi.

A questo punto cercate ad esempio chi ha bombardato Hiroshima? con il motore di ricerca di Google e aggiungete, in fondo all’URL, &kgmid=/m/0cqt90: noterete che a destra compariranno le informazioni sull’attuale presidente degli Stati Uniti.
Non solo. Provate ad aggiungere anche il parametro &kponly. Ed ecco il patatrac; Trump viene indicato come responsabile del bombardamento della città di Hiroshima, sul finire della seconda guerra mondiale.

Pensate al danno che potrebbero causare link facenti riferimento al motore di ricerca di Google nella diffusione di fake news meno ovvie di quella che abbiamo presentato.
Fintanto che Google non avrà risolto il problema nella gestione degli URL modificati arbitrariamente da parte di terzi, è sempre bene tenere gli occhi aperti e diffidare dai link progettati per distorcere la realtà.

Maggiori informazioni sono reperibili a questo indirizzo.

Aggiornamento: sembra che Google abbia finalmente risolto il problema. Da questa mattina il “trucco” sembra non funzionare più. Ben fatto!

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