Paul Ceglia (nella foto a lato), classe 1973, è un imprenditore americano – nato da padre italiano e madre irlandese – che nel 2010 ha avviato un’azione legale contro Facebook ed il suo fondatore Mark Zuckerberg sostenendo di vantare ben l’83% della proprietà del social network.
Della vicenda avevamo parlato tempo fa nell’articolo 1.000 dollari valgono il 50% di Facebook?. Secondo la tesi di Ceglia, agli albori del progetto, egli avrebbe versato a Zuckerberg la somma di mille dollari, mai restituita. Tanto basterebbe, secondo la versione del designer newyorkese, per mettere le mani su più della metà dell’impero creato da Zuckerberg.
Il risultato che Ceglia ha sin qui ottenuto, invece, pare essere ben diverso da quello atteso. L’imprenditore, infatti, non soltanto non ha visto riconosciuta la sua tesi ma è stato arrestato per truffa aggravata rischiando adesso fino a 40 anni di carcere.
Le prove portate all’attenzione dei giudici che testimonierebbero il contratto che Zuckerberg e Ceglia avevano in essere sono stati infatti considerate palesemente fasulle. Il procuratore Preet Bharara ha tuonato contro Ceglia dichiarando come il suo comportamento abbia evidenziato la precisa volontà di frodare non soltanto Facebook ma anche l’intero sistema legale statunitense.
Nel suo disegno, Ceglia avrebbe nascosto anche tutta una serie di elementi che avrebbero potuto immediatamente dimostrare l’infondatezza delle sue accuse e la falsità delle prove.