Dopo aver pubblicato, nei mesi scorsi, un’interessante analisi sul traffico generato da Google (ved. questo nostro articolo), Arbor Networks ha recentemente reso noti i risultati di un’indagine incentrata sulla crescita di Facebook e degli altri “iper-giganti” della Rete. Ad essere prese in esame, le strategie messe in campo da colossi del calibro di Google, Microsoft, Akamai e Facebook.
Lo studio di Arbor Networks ha evidenziato come il traffico generato dal social network Facebook sia passato da zero allo 0,5% d tutto il traffico globale di Internet. La “piattaforma sociale” di Mark Zuckerberg poggia su più di 30.000 server, a conferma della strategia finalizzata a basarsi sempre di più su un’infrastruttura di tipo proprietario.
Google, invece, sta facendo segnare una crescita destinata a toccare il 10% di tutto il traffico Internet.
Secondo Craig Labovitz, di Arbor Networks, i giganti sembrano sfidarsi con progetti di investimenti analoghi, destinati a decidere il futuro della rete Internet. Considerati i costi ed il tempo necessario per la costruzione di nuovi “data center”, molte delle società che distribuiscono contenuti sono nate utilizzando ambienti in “co-location” come Twitter od affittati all’ingrosso come nel caso di Facebook. Tante società nuove, Facebook incluso, hanno mosso i primi passi facendo leva su infrastrutture di distribuzione di terze parti (Akamai ne è un esempio; genera tutt’oggi lo 0,4% del traffico Internet).
Ad inizio anno, Facebook ha iniziato la costruzione del suo primo “data center” proprietario e si vocifera che l’azienda intenda aprirne presto altri quattro.
Secondo Labovitz, sebbene Facebook non detenga ancora la medesima presenza infrastrutturale che è invece propria di Google così come degli altri “iper-giganti”, i giochi sarebbero ancora del tutto aperti. Basti pensare che a marzo Facebook riferì di aver superato Google in termini di numero di visite al proprio sito.
Craig Labovitz ha risposto ad alcune nostre domande sul tema.
Arbor Networks fornisce soluzioni per la sicurezza degli rete ai carrier e ai data center. Tra i nostri clienti ci sono il 70% dei ISP a livello mondiale e molte realtà aziendali di grandi dimensioni. Chief scientist presso Arbor Networks, sono responsabile dell’architettura dei nostri prodotti, delle strategie tecniche e delle attività di ricerca.
I risultati che abbiamo reso noti si basano su uno degli studi di più ampio respiro che siano mai stati stilati a riguardo del traffico Internet. Abbiamo analizzato più di 200 Exabytes di dati di traffico Internet “commerciale” in un periodo di tempo pari a due anni. Ciò è avvenuto “mettendo sotto la lente” 110 operatori di grandi dimensioni, attivi in zone geografiche differenti; le dorsali internazionali; le reti regionali ed i fornitori di contenuti.
Il futuro della rete Internet si sta decidendo oggi attraverso investimenti del valore di miliardi di dollari. Tali investimenti si concentrano sui “data center“, infrastrutture per le dorsali ed alleanze/accordi commerciali con proprietari di contenuti e fornitori di accesso che operano sull'”ultimo miglio“.
Le strategie dei cosiddetti “iper-giganti” stanno convergendo verso investimenti infrastrutturali molto simili così da restare competitivi su più fronti: contenuti, capacità (larghezza di banda, storage e risorse computazionali), costi e performance.
All’aumentare del bisogno di risorse computazionali, di capacità di memorizzazione dei dati e della loro distribuzione, anche le minime differenze nelle spese fisse ed in quelle operative diventano importanti discriminanti sul piano della competitività nell’ottica di Internet.
Ritengo che la competizione in Rete stia evolvendo in modo molto rapido. E’ ancora troppo presto per stabilire chi sono i vincitori oppure i perdenti.
I vantaggi sono: a) contenimento dei costi e b) performance migliori per gli utenti finali o i clienti.
L’adozione di IPv6 è ancora allo stato embrionale. Gli ISP potrebbero essere costretti ad attendere per ottenere nuovi indirizzi o ritrovarsi forzati ad implementare costose soluzioni temporanee per fronteggiare la scarsità di indirizzi IP.
Maggiori informazioni su IPv6 sono disponibili su IlSoftware.it facendo riferimento a queste pagine.