Debutta oggi in Italia il primo smartwatch di Apple: l’Apple Watch. Delle sue caratteristiche abbiamo spesso parlato, con iFixIt che ha addirittura provveduto a smontarne completamente un esemplare in modo da scoprirne tutti i segreti: Apple Watch: ecco com’è fatto.
Gli Apple Store italiani sono da oggi autorizzati a vendere i vari modelli di Watch. Il prezzo d’entrata, come già anticipato nelle scorse settimane, è elevato: si parte da un minimo di 419 euro per il modello più economico ossia l’Apple Watch Sport da 38 millimetri.
Lo stesso modello, con display da 42 mm, costa di più: 469 euro.
Chi, anziché scegliere l’alluminio, preferisce orientarsi sull’acciaio inossidabile, dovrà sborsare cifre ben più elevate: da 649 a 1.269 euro. In questo caso, si parte dall’Apple Watch con il semplice cinturino “Sport” fino ad arrivare al modello da 42 mm con bracciale a maglie anch’esso in acciaio inossidabile.
Non mancano poi gli Apple Watch Edition, i più costosi in assoluto che hanno un prezzo di listino compreso addirittura tra 11.200 e 18.400 euro. Questi modelli sono realizzati in oro utilizzando un processo industriale che rende il materiale due volte più duro e resistente rispetto alle lavorazioni tradizionali.
L’Apple Watch è ricco di sensori: a contatto con il polso dell’utente sono posizionati quattro LED capaci di rilevare istantaneamente battito e frequenza cardiaca oltre ad altri dati sulla circolazione del sangue.
La Mela ha puntato tantissimo sul cosiddetto Taptic Engine, uno strumento che permette di interagire con l’orologio intelligente riproducendo quanto più fedelmente possibile il tocco sulla pelle umana.
Lo smartwatch di Apple è pensato non come dispositivo autonomo ma deve essere necessariamente utilizzato in combinazione con un iPhone. Una volta effettuato l’accoppiamento o pairing via Bluetooth con l’iPhone, l’app Apple Watch consentirà di configurare ogni aspetto legato al funzionamento dello smartwatch.
A cosa serve l’Apple Watch? Beh, siamo sinceri. Difficile trovare una risposta convincente che possa spronare all’acquisto di uno smartwatch come quello della Mela. Tim Cook, durante lo svolgimento dei test interni all’azienda, aveva dichiarato: “sono mesi che uso l’Apple Watch ed è un dispositivo fantastico di cui adesso non riesco a fare proprio a meno“. Inutile chiedere all’oste quant’è buono il suo vino.
Per il momento, noi possiamo limitarci ad osservare come gli attuali smartwatch, forse, siano più status symbol che altro. Per la maggior parte delle operazioni, indossare uno smartwatch dispensa l’utente dal dover estrarre lo smartphone dalla tasca. Ma è davvero indispensabile? Vale la pena spendere centinaia di euro per attrezzarsi con un dispositivo che risparmia dalla fatica di dover mettere le mani nella tasca? Sempre che uno smartphone, oggigiorno, ci vada nelle tasche.
Apple Watch e gli altri smartwatch trasformano gli utenti in novelli Dick Tracy. Per comunicare, può bastare avvicinare l’orologio alla bocca. Ed, inoltre, si possono inviare “feedback tattili” ai propri contatti, operazione che farà vibrare sul polso il loro smartwatch. Ancora una volta, tutto ciò è sufficiente per giustificare un acquisto economicamente impegnativo?
L’utilizzo dei sensori, invece, potrà essere utile per monitorare in tempo reale il proprio stato di salute. Ma mancano ancora i rilevatori del glucosio nel sangue e quelli di raggi ultravioletti, che potrebbero aiutare in molteplici circostanze.
Il dubbio potrebbe essere che gli utenti si accaparreranno un dispositivo sicuramente esclusivo e tecnologicamente avanzato ma destinato ad invecchiare rapidamente. Apple sarebbe infatti già al lavoro su un Watch 2.0 che potrebbe contribuire a rendere rapidamente obsoleta la versione appena arrivata oggi nel nostro Paese.
Nei prossimi giorni non mancheremo di trarre un primo bilancio sull’accoglienza riservata dalla clientela italiana al primo smartwatch di casa Apple.