Allo stato attuale, sembra che gli USA abbiano fatto valere la loro posizione rispetto al Vecchio Continente, almeno per quanto riguarda la produzione di semiconduttori a vantaggio delle aziende a stelle e strisce. In barba al Chips Act europeo, infatti, Intel ha ad esempio deciso di sospendere i lavori (si dice per un biennio) volti alla creazione di due nuovi stabilimenti in Germania e Polonia. E adesso arriva la notizia che Apple è riuscita a portare la produzione della taiwanese TSMC entro i confini americani. Sembra incredibile, ma un colosso taiwanese come TSMC, primo produttore di semiconduttori a livello mondiale ha portato parte della sua catena produttiva proprio negli States.
TSMC produce i chip Apple in Arizona: una rivoluzione nel settore
Il denaro va dove c’è denaro. TSMC non poteva lasciarsi sfuggire le remunerative commesse di Apple: così, con un passaggio storico, l’azienda asiatica ha deciso di spalleggiare i desideri della Mela avviando la produzione dei suoi chip in uno stabilimento in Arizona (USA).
Come rivela il giornalista indipendente Tim Culpan, che per primo in assoluto ha pubblicato la notizia, l’impianto di TSMC stabilito in Arizona utilizza una delle più avanzate tecnologie per la produzione di semiconduttori oggi disponibili: il processo N4P, appartenente alla famiglia dei 5 nm.
Presentato nel 2021, N4P rappresenta un’evoluzione significativa nella tecnologia di produzione a 5 nanometri, ed è progettato per ottimizzare le prestazioni e l’efficienza energetica dei semiconduttori. È il terzo miglioramento per la piattaforma TSMC a 5 nm.
Produzione dei chip A16, già usati negli iPhone 14 Pro
Uno degli aspetti più sorprendenti riguarda la decisione di Apple di utilizzare lo stabilimento TSMC sito negli States per produrre i chip A16, già impiegati negli smartphone iPhone 14 Pro.
L’azienda guidata da Tim Cook non ha invece destinato la produzione su componenti meno complessi, come i chip H per gli AirPods. Il SoC A16 Bionic è un chip estremamente complesso, composto da 16 miliardi di transistor, sei core generici (due ad alte prestazioni e quattro a risparmio energetico), una GPU a cinque cluster, una NPU da 16 TOPS e 44 MB di cache. Le sue dimensioni sono di circa 113 mm².
Sembra che Apple abbia voluto subito mettere alla prova TSMC su un progetto complicato e di ampio respiro, così da ottimizzare le attrezzature e i processi nel nuovo stabilimento “locale”.
Anche se la produzione dei chip A16 Bionic è attualmente limitata, è prevista un’importante espansione nel 2025, quando la Fab 21 – così è chiamata – raggiungerà piena capacità produttiva.
Gli attuali rendimenti della produzione di chip Arizona sono leggermente inferiori a quelli di Taiwan, ma i progressi sono rapidi, e la parità di rendimento dovrebbe essere raggiunta nei prossimi mesi.
In quali prodotti Apple userà i chip A16 fabbricati negli USA
Resta da capire quali saranno i dispositivi Apple in cui l’azienda utilizzerà i primi chip A16 realizzati da TSMC negli USA. Alcuni analisti ipotizzano il loro utilizzo in iPad o iPhone SE, ma Apple è nota per impiegare i SoC degli smartphone anche in altri dispositivi, come tablet, set-top box e persino display. L’eventualità che i chip prodotti in Arizona siano destinati a una gamma più ampia di dispositivi non è quindi da escludere.
Gli USA escono vincitori, con l’iniziativa CHIPS for America che ruggisce
Mentre ad oggi, nonostante gli obiettivi ambiziosi, l’Europa sembra procedere piuttosto lentamente, l’iniziativa CHIPS for America voluta dal governo d’Oltreoceano sembra dare frutti davvero succosi.
Il programma CHIPS for America è parte del CHIPS and Science Act, firmato dal presidente Biden nel 2022, e mira a rafforzare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti. L’atto legislativo mira ad affrontare la crescente dipendenza dalle forniture estere di chip, in particolare dalla Cina e da Taiwan, e intende ripristinare la competitività americana in un settore cruciale per l’economia e la sicurezza nazionale.
Le mosse di Intel, Apple e di altre aziende sembrano guardare proprio in quella direzione. Tanto che l’avvio della produzione interna di un colosso taiwanese come TSMC non può non essere vista come un obiettivo certamente raggiunto, peraltro in tempi brevissimi. Peraltro, l’investimento di CHIPS for America è importante: si parla di 39 miliardi di dollari.
Il traguardo appena superato rappresenta una pietra miliare per l’industria dei semiconduttori americana e ben dimostra l’ambizione di Apple e TSMC di iniziare subito con prodotti di alta gamma.