Il social network più chiacchierato del momento è certamente X, fino a pochi giorni fa noto come Twitter. Lo stravolgimento dello storico brand è stato giudicato negativamente dalla maggior parte della community ma difficilmente si tornerà indietro: ora anche le app per smartphone e tablet hanno cambiato nome. A tal proposito, c’è un dettaglio a cui è impossibile non far caso e che riguarda Apple e le sue linee guida per App Store.
Twitter diventa X anche su iOS, ma c’è qualcosa di anomalo
Twitter non esiste più, ora su browser web, iOS e Android si chiama X, una lettera a cui Elon Musk pare sia molto affezionato. Ma come è possibile che l’app per iPhone e iPad si chiami semplicemente X quando su App Store non è ammesso pubblicare applicazioni con un nome composto da un singolo carattere? Una risposta ufficiale a questa domanda non c’è, ma è possibile che Apple abbia concesso a X Corp. un permesso speciale.
Nel caso fossero andate davvero così le cose, è lecito domandarsi il perché. Forse è una strategia di Apple per mantenersi in buoni rapporti con Elon Msuk, proprietario di X appunto. Alla fine dello scorso anno, infatti, l’allora CEO di Twitter aveva accusato il colosso di Cupertino di aver minacciato la rimozione dell’app da App Store per via di alcune presunte violazioni. Tutto è stato però chiarito con un incontro tra Tim Cook e il citato Musk, definendo il tutto come un “semplice malinteso”.
Le ultime settimane sono state particolarmente movimentate per X. La nuova identità del social sembra convincere davvero pochi utenti e in tanti stanno abbandonando quella che prima era la piattaforma dei cinguettii. Il logo, secondo i più, non sarebbe nemmeno così originale, sospettosamente simile ad un simbolo Unicode.
A prescindere però dall’operazione di rebranding, ci si chiede se Apple chiuderà un occhio anche in futuro, con aziende di minor rilievo.