Da alcune settimane si parla con insistenza di un accordo tra Apple e OpenAI per l’utilizzo della tecnologia GPT in iOS 18, il prossimo major update per iPhone. Ma da quando sarebbero in piedi le trattative tra le due parti? Secondo le ultime, le società starebbero discutendo dei termini della partnership già da metà 2023, scatenando – tra le altre cose – dei timori in casa Microsoft.
Accordo tra Apple e OpenAI per migliorare Siri: i primi test già nel 2023
A rivelare l’importante notizia è il The Information, secondo cui l’ufficialità dell’accordo verrà annunciata alla attesa WWDC24 di giugno. In base a quanto si legge nel report, Apple avrebbe sviluppato funzioni basate sull’AI per i suoi sistemi operativi, con OpenAI che avrà un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento (precisione, attendibilità, velocità) di quest’ultime.
Il team di Apple che lavora al machine learning si sarebbe incontrato con Sam Altman e altri membri di OpenAI a metà 2023. E proprio in quell’occasione sarebbe stato raggiunto un accordo per permettere ai dipendenti Apple di accedere alle API di OpenAI per effettuare dei test interni. «In questi test, gli ingegneri Apple hanno collegato GPT a Siri e hanno mostrato come l’assistente possa gestire richieste molto più complesse e sia in grado di comprendere meglio il contesto delle stesse», si legge nell’articolo.
Siri sarebbe una parte centrale dell’accordo. Infatti, ancora secondo le ultime informazioni trapelate, Apple vorrebbe sfruttare la tecnologia di OpenAI per rendere Siri molto più smart di quanto sia ora. Anche trasformandolo in un chatbot.
I timori di Microsoft
Ma cosa ne pensa Microsoft di questa partnership? Anche la società di Redmond ha un accordo con OpenAI, stretto per alimentare con GPT l’assistente Microsoft Copilot oggi più che mai centrale nella sua strategia. Nel corso di un recente meeting tra Satya Nadella, CEO di Microsoft, e Sam Altman, quest’ultimo avrebbe cercato di ridimensionare i timori della società dietro Windows, preoccupata non solo dall’accelerata della rivale, ma anche dalle potenziali difficoltà di gestione della domanda di server dopo il lancio delle feature AI di Apple.