Il mese di marzo si è aperto con diverse novità per Apple. Sia positive che negative. Quella positiva è certamente la presentazione dei nuovi MacBook Air M3, “i migliori portatili consumer per l’AI” a detta dell’azienda. Quella negativa invece riguarda la salata multa di 1,8 miliardi di euro inflitta dalla Commissione Europea per “condotta anticoncorrenziale” nei confronti di aziende rivali impegnate nel mercato dello streaming musicale, come Spotify.
La risposta della società che vede Tim Cook al timone non si è fatta attendere. Ma procediamo con ordine.
Perché Apple è stata multata dalla Commissione Europea
Nel dettagliato comunicato stampa (a disposizione di tutti qui) si legge che Apple ha abusato della sua posizione dominante nel mercato delle app di streaming vietando alla concorrenza di informare nel modo più completo più possibile i consumatori circa prezzi d’abbonamento più vantaggiosi (sottoscrivendo l’abbonamento al di fuori dell’app).
«Per un decennio, Apple ha abusato della sua posizione dominante nel mercato della distribuzione di app di streaming musicale attraverso l’App Store. Lo ha fatto impedendo agli sviluppatori di informare i consumatori sui servizi musicali alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’ecosistema Apple. Tutto ciò è illegale secondo le norme antitrust dell’UE, per questo motivo oggi multiamo Apple per oltre 1,8 miliardi di euro», spiega Margrethe Vestager, Commissario europeo per la concorrenza.
L’importo della multa si è rivelato più alto di quello ipotizzato dalla stampa, che parlava di circa 500 milioni di euro. Per la Commissione la cifra è proporzionata ai ricavi globali di Apple.
Ma come si è arrivati ad oggi? Tutto è iniziato nel 2020, dopo la denuncia presentata da Spotify all’antitrust sulla cosiddetta “Apple Tax”. Oltre a lamentarsi della commissione del 30% per ogni singolo abbonamento sottoscritto, l’azienda svedese al tempo ha contestato anche le regole di App Store, che – a detta di Daniel Ek – limitavano le comunicazioni con i clienti e le possibilità di commercializzazione.
Proprio Spotify ha commentato la decisione dell’UE di multare Apple.
Questa decisione manda un messaggio molto forte: nessuna azienda può esercitare il potere in modo abusivo per controllare il modo in cui altre aziende interagiscono i propri clienti. Le regole di Apple impediscono a Spotify e ad altri servizi di streaming musicale di condividere con gli utenti (in modo diretto, tramite app) informazioni su promozioni, sconti, prezzi degli abbonamenti e altri vantaggi.
La risposta di Apple
Il colosso di Cupertino non ha perso tempo e ha subito risposto alla maxi multa della Commissione Europea. Per Apple, quest’ultima “non è riuscita a scoprire alcuna prova credibile” di danni ai consumatori o di comportamenti anticoncorrenziali.
Inoltre, secondo la società californiana, Spotify vuole “riscrivere le regole di App Store” per ottenere dei vantaggi senza pagare nulla ad Apple, nonostante proprio l’App Store sia stato cruciale per l’attuale dominio di Spotify nel mercato dello streaming musicale (oggi la quota è di circa il 56%).
Nel duro comunicato, oltre a confermare che nel giro di pochi giorni rilascerà un aggiornamento (iOS 17.4) per adeguarsi al DMA, Apple dichiara che farà ricorso contro la decisione dell’UE.