Grazie all’esperienza accumulata in passato Apple ha convinto tutti in termini di prestazioni e compatibilità nel passaggio dai processori x86 ai suoi SoC M1.
Steven Sinofsky (ex Microsoft) ha di recente ripercorso la storia di Apple e dell’evoluzione dei suoi processori.
Dopo i SoC Apple M1, M1 Pro e M1 Max l’azienda guidata da Tim Cook starebbe per utilizzare i nuovi chip M1 Max Duo e Max Quadro per supportare il funzionamento delle workstation Mac Pro in sostituzione, ancora una volta, dei processori Intel.
L’azienda di Cupertino ha annunciato che completerà la migrazione da Intel a SoC di derivazione ARM in tre anni rinnovando il suo intero catalogo.
MacBook Air, MacBook Pro da 13 pollici, Mac Mini e iMac da 24 pollici usano già il chip M1 mentre le versioni Pro e Max sono state integrate più di recente nei MacBook Pro da 14 e 16 pollici. Solo gli iMac AIO più grandi e i Mac Pro che poggiano ancora sulla piattaforma Intel sono al momento esclusi ma lo scenario cambierà probabilmente già dal prossimo anno.
Secondo fonti vicine alla Mela, gli ingegneri della società avrebbero scelto di sostituire gli Intel Xeon dei Mac Pro con chip multi-die: la ratio è evidente.
Anziché riprogettare da zero nuovi SoC l’idea sarebbe quella di unire all’interno dello stesso pacchetto due o quattro chip M1 già realizzati.
Ecco quindi che l’Apple M1 Max Duo avrebbe due SoC e sarebbe usato nelle configurazioni entry-level del nuovo Mac Pro mentre la versione M1 Max Quadro a quattro SoC verrebbe utilizzata sui Mac Pro di fascia alta arrivando a disporre di 40 core fisici a livello di CPU e 128 core grafici.
Diversi indizi confermano la strada che avrebbe deciso di imboccare Apple: i driver di macOS conterrebbero molteplici riferimenti, attualmente inutilizzati, ai nuovi SoC ancora più potenti. Dal punto di vista tecnico il sistema operativo contiene già un secondo insieme di registri contenenti voci attualmente inattive ma che Apple evidentemente abiliterà al momento del lancio dei futuri Mac Pro.
Se la capacità della CPU sembra sufficiente per tenere il passo con le prestazioni degli Intel Xeon di Intel qualche dubbio sorge sulle abilità grafiche della GPU e in particolare sulla capacità di gestire le elaborazioni intensive richieste da applicazioni di grafica professionali e da CAD/CAM, software per architetti, ingegneri e così via.
Anche il nuovo iMac da 27 pollici dovrebbe utilizzare il design multi-die poiché l’utilizzo di un singolo SoC ne degraderebbe le prestazioni rispetto all’attuale modello con hardware Intel.
Si sta parlando anche dei piani di Apple a più ampio respiro: l’azienda sarebbe al lavoro su un SoC M2 a 40 core che arriverebbe sul mercato nel 2023.
Apple dovrebbe presentare i nuovi iMac all-in-one a marzo 2022 mentre al momento non si conoscono i piani della società per il lancio dei Mac Pro M1-based.
Ad ogni modo il successo che saranno capaci di ottenere questi sistemi di punta sarà la cartina tornasole per comprendere davvero l’impatto della transizione verso l’architettura ARM e le conseguenze che ciò potrà avere per Intel e per la piattaforma x86 in generale.