Seppur in in fase beta, queste sono le ore in cui, per la prima volta, gli utenti possono provare con mano alcune delle funzionalità AI di Apple Intelligence annunciate alla WWDC24 di giugno. C’è ovviamente molta curiosità in merito, anche perché Apple, rispetto agli altri colossi della tecnologia, è salita in ritardo sul treno dell’intelligenza artificiale. Ma cosa c’è alla base di queste funzioni? In termini di hardware, è venuto fuori che c’è anche il contribuito di Google.
Apple ha scelto Google e non NVIDIA per lo sviluppo di Apple Intelligence
Per la realizzazione di due componenti fondamentali di Apple Intelligence, il colosso di Cupertino si è affidata alle TPU di Google al posto delle ben più utilizzate GPU di NVIDIA. La notizia è emersa in un documento di ricerca pubblicato in queste ore. Nel documento si legge che Apple ha utilizzato 2.048 chip TPUv5p di Google pre creare modelli di intelligenza artificiale e 8.192 processori TPUv4 per i modelli AI per i server. Nel documento NVIDIA non viene esplicitamente citata, ma l’assenza di qualsiasi riferimento all’hardware dell’azienda di Santa Clara nella descrizione dell’infrastruttura è abbastanza significativa, e potrebbe suggerire proprio una deliberata scelta di favorire la tecnologia di Big G.
La notizia sta attirando interesse perché NVIDIA ha una posizione dominante nel mercato dei chip AI e le sue GPU sono tra le più ricercate tanto per le performance quanto per l’efficienza. A differenza di NVIDIA, che vende i suoi sistemi come prodotti autonomi, Google fornisce l’accesso alle TPU tramite cloud. Considerato ciò, i clienti devono sviluppare i loro software all’interno dell’ecosistema della società di Mountain View, che mette a disposizione strumenti e servizi per semplificare lo sviluppo e l’implementazione di modelli AI. Per quanto riguarda Apple, i suoi ingegneri spiegano che le TPU di Google, organizzate in grandi cluster, hanno permesso l’addestramento di modelli AI grandi e sofisticati con ottimi risultati.
Nel documento si affrontano anche questioni etiche legate allo sviluppo di tecnologie AI. La società guidata da Tim Cook, ad esempio, sottolinea che nessun dato privato degli utenti è stato “dato in pasto” ai suoi modelli di intelligenza artificiale per l’addestramento. A tal proposito, l’azienda dichiara di essersi affidata a dati disponibili al pubblico e a quelli open-soruce e concessi in licenza.