Il primo Apple iMac è stato presentato a inizio maggio 1998: quest’anno ricorre quindi il 25esimo anniversario dalla presentazione di un computer che ebbe il merito di essere davvero innovativo oltre che un grande successo per la Mela.
L’iconico design “a goccia” dell’iMac è stato il risultato del lavoro svolto dal famoso progettista britannico Jony Ive insieme con il suo team in Apple. Il sistema all-in-one era contraddistinto da un case “Bondi Blue” traslucido e, in termini di design, si poneva su un binario completamente diverso rispetto a quello percorso da Apple con i computer presentati in passato.
Immesso sul mercato a ferragosto 1998, l’iMac originale era dotato di un processore PowerPC G3 a 233 MHz, abbinato a 32 MB di RAM, un hard disk da 4 GB e una scheda video ATI Rage IIc, display CRT da 15 pollici 1024 x 768 pixel integrato. Aveva anche altoparlanti stereo integrati con audio Sound Retrieval System (SRS) e veniva fornito con Mac OS 8.1 preinstallato.
Era disponibile in una varietà di colori brillanti, tra cui il celeste, il viola, il rosso e il verde, e il suo aspetto era caratterizzato da una forma arrotondata e da una maniglia posta sulla parte superiore, che ne facilitava il trasporto.
L’iMac originale era stato progettato per essere facile da usare e da configurare, grazie alla presenza di una serie di porte USB e di un modem integrato per la connessione a Internet. Inoltre, era fornito con una gamma completa di software, inclusi programmi di editing video e foto, di produttività, di navigazione web e di email.
Il primo iMac è stato importante per molte ragioni. In primo luogo, ha rappresentato un punto di svolta nel design dei computer desktop, che fino ad allora erano stati prodotti prevalentemente in tonalità grigie e nere, senza particolari distinzioni estetiche. L’iMac ha mostrato che i computer potevano essere divertenti, colorati e stilosi, ed è diventato un’icona del design industriale. In secondo luogo, l’iMac è stato un grande successo commerciale per Apple, contribuendo a salvare l’azienda dalla crisi economica degli anni ’90 e a riportarla alla redditività. Infine, l’iMac ha segnato la transizione di Apple verso i processori PowerPC, che hanno permesso alla società di produrre computer più veloci e performanti rispetto ai suoi concorrenti. La storia di Apple è stata segnata da importanti cambiamenti con ripetute modifiche sull’architettura dei processori che non hanno spaventato gli ingegneri della società e che anzi si sono dimostrate scelte vincenti.
iMac è stato il primo prodotto Apple ad avere il prefisso “i” nel nome, che alla fine è stato utilizzato per un’intera gamma di prodotti, inclusi iTunes, iPod, iBook, iPhone, iPad, iCloud e altri. La scelta della “i” viene generalmente ricondotta al fatto che si tratta di dispositivi sempre connessi a Internet ma Steve Jobs, durante il suo keynote dell’epoca, dichiarò che il prefisso ha altri significati come individuo, istruire, informare e ispirare.
In seguito si seppe che il nome iMac era stato suggerito a Jobs da Ken Segall, che lavorava per una famosa agenzia pubblicitaria con sede a Los Angeles. Inizialmente a Jobs non piaceva il nome e voleva invece scegliere MacMan: alla fine Segall, tuttavia riuscì a convincerlo circa la bontà della proposta che ha fatto da apripista per intere generazioni di prodotti a marchio Apple.
L’iMac originale è stato ritirato alcuni anni dopo, nel 2003, quando è stato sostituito dall’iMac G4, ampiamente riprogettato rispetto alla versione iniziale. Oggi iMac è un sistema molto diverso nel design: poggia il suo funzionamento sui chip della serie M derivati da Apple dall’architettura ARM ed è diventato molto più sottile. Tuttavia, la macchina continua a sfoggiare una gamma colorata proprio come i suoi gloriosi antenati.