Apple guarda al futuro con il visore Vision Pro: tutto passa per il nuovo chip R1

Se Apple Vision Pro può garantire esperienze fluide e senza latenza, è tutto merito del nuovo chip R1 made-in-Cupertino.

Da quando Tim Cook ha messo la parola fine all’evento d’apertura della WWDC23, non si fa altro che parlare del Vision Pro, del suo sistema operativo e dei risultati tecnologici e ingegneristici raggiunti dal colosso californiano. Il visore per la realtà mista di Apple ha convinto davvero tutti, anche i più scettici, ed è al centro di dettagliate analisi, soprattutto da parte di chi ha avuto la fortuna di poterlo provare in quel di Cupertino.

Se Apple Vision Pro è così straordinario, è anche merito del chip R1

La seconda parte del keynote della Worldwide Developers Conference è stata interamente dedicata all’Apple Vision Pro. In un’ora circa, Tim Cook e soci hanno svelato gran parte delle caratteristiche dell’innovativo visore, dall’hardware al software. Le demo mostrate hanno fatto centro, sono state a dir poco sbalorditive, ma qualche dubbio resta. E non potrebbe essere altrimenti, dato che vedremo il visore in azione solo a partire dal 2024.

Pur non essendo il Vision Pro ancora pronto al grande debutto sul mercato, la sua “cottura” è a buon punto, e alcuni aspetti sembrano essere già delle certezze. È il caso del chip R1, che funzionerà in armonia con il già noto M2, il processore che Apple ha posizionato sotto la scocca del suo ultimo MacBook Air da 13 e 15 pollici.

Apple Vision Pro

Elaborazione dei dati in tempi record

Lo scopo del chip R1 è quello di garantire il massimo dell’esperienza in termini di interazione e immersione e lo raggiunge elaborando tutti i dati raccolti dal Vision Pro con un kit composto da 12 telecamere, 5 sensori e 6 microfoni. Il tutto avviene ad una velocità eccezionale, solo 12 millisecondi. Meno di un battito di ciglia.

L’elaborazione in tempi record è fondamentale per offrire un’esperienza senza interruzioni e azzerare il rischio di cinetosi e disorientamento tra gli utenti. Gli input sensoriali vengono “tradotti” così velocemente che gli utenti riescono a percepire l’ambiente circostante con una latenza minima.

Solo in questo modo è possibile scongiurare l’appena citata cinetosi, ovvero quell’insieme di sensazioni spiacevoli – quali vertigini, nausea e vomito – che visori per le realtà mista e virtuale potrebbero facilmente generare quando non ottimizzati sia lato hardware che software.

Apple Vision Pro

Per il resto, bisogna accontentarsi di quello che si ha (ovvero video e comunicati stampa). Apple non ha fornito maggiori dettagli a riguardo, ed eventuali novità saranno diffuse nei prossimi mesi tanto dalla stessa azienda di Cupertino quanto da fonti attendibili (anche se non ufficiali) come Mark Gurman di Bloomberg.

Tecnologie avanzate e design innovativo hanno contribuito inevitabilmente a far lievitare il prezzo di Apple Vision Pro. Il visore sarà disponibile nei primi mesi del 2024 e, inizialmente, solo negli Stati Uniti. Il suo costo sarà di 3.499$.

Fonte: Apple

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