Il nuovo Digital Markets Act ha stravolto tutto mescolando le carte in tavola anche per quelle aziende che avevano un organigramma ben preciso. All’inizio di marzo questo nuovo regolamento europeo che garantisce i mercati equi e la contendibilità all’interno del settore digitale è entrato ufficialmente in vigore. Apple è stata una delle aziende più coinvolte, dovendo mettere mano a diverse delle sue abitudini per conformarle alle nuove norme vigenti nel territorio europeo.
Stando a quanto riportato durante questi giorni, la Commissione europea avrebbe avviato ufficialmente delle indagini che però non riguardano solo il colosso di Cupertino. Ad essere coinvolte sono anche Google e Meta che, secondo quanto si apprende, non ci sarebbero conformate correttamente al nuovo regolamento. Non è ancora passato un mese dunque e ci sono già le prime infrazioni al DMA con la situazione che rischia di entrare ancora più nel vivo.
Apple, Meta e Google sotto indagine: la Commissione vuole verificarne l’operato
Il DMA nasce con l’obiettivo di regolamentare al meglio la posizione dominante delle aziende più grandi al mondo che operano sul web. Apple, Google e Meta sono ovviamente tra queste e dunque anche sotto la lente di ingrandimento della Commissione europea.
Quest’ultima ha affermato di sospettare che le misure adottate dai colossi appena citati non abbiano rispettato gli obblighi imposti dal DMA. La Commissione si occuperà di verificare se Google ed Apple abbiano fatto il massimo per rispettare tali regole, soprattutto quelle che impongono di consentire agli sviluppatori di applicazioni di poter indirizzare gli utenti verso contenuti esterni ai loro store di fiducia.
Per quanto riguarda Meta invece, la Commissione esaminerà a fondo l’opzione che prevede un pagamento mensile per usare Instagram e Facebook senza pubblicità. Meta vende questo abbonamento affermando di garantire anche la privacy sui dati siccome, non essendo pubblicità, non occorre che vengano utilizzati dall’azienda.
Stando a quanto riferito dagli enti che si occupano del controllo, questa opzione non offrirebbe però un’alternativa a chi non vuole pagare l’abbonamento ma allo stesso tempo avere la giusta privacy sui propri dati personali.