Apple e Google nella bufera per i loro nuovi spot, ora ritirati

Uno è basato su stereotipi, nell'altro l'AI compromette i rapporti umani. Apple e Google criticate per i loro nuovi spot.

Dopo il criticatissimo spot “Crush” con il quale è stato presentato l’iPad Pro di ultima generazione, Apple è stata nuovamente rimproverata per una sua pubblicità. Il video in questione è l’ultimo mini-episodio della campagna “The Underdog”, volta a mostrare la versatilità di MacBook, iPhone e così via.

Questo cortometraggio è stato pubblicato in data 18 luglio e ha riscosso anche un discreto successo, con il team degli Underdog che si reca a Bangkok e Rayong, in Thailandia, per portare a termine un importante progetto di lavoro. Nella clip, i protagonisti si vedono costretti ad affrontare alcune situazioni poco comode, come il pernottamento in un hotel a dir poco fatiscente e il viaggio ai limiti della sicurezza in un tuk-tuk.

Ebbene, numerosi thailandesi hanno trovato questo modo di mostrare il proprio paese offensivo, perché basato su stereotipi ormai obsoleti e superati. I social network, principalmente X, contano un buon numero di critiche rivolte ad Apple per la sua infelice scelta che ha fatto sembrare la Thailandia un paese “low-tech e sottosviluppato”, secondo il Bangkok Post.

Le lamentale, compresa quella del portavoce del Comitato per il Turismo che ha chiesto di boicottare Apple, sono arrivate ovviamente negli uffici del colosso di Cupertino. Questa, in una dichiarazione rilasciata al sopracitato Bangkok Post, ha dichiarato di sentirsi profondamente dispiaciuta per quanto accaduto e ha confermato che, con effetto immediato, la pubblicità è stata rimossa da qualsiasi piattaforma. «Il nostro intento era di celebrare l’ottimismo e la cultura del Paese e ci scusiamo per non aver colto appieno la vivacità della Thailandia», ha scritto il gigante californiano.

Non solo Apple: anche Google ritara uno spot dopo le critiche

In occasione dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, Google ha realizzato alcuni spot per pubblicizzare i suoi prodotti e servizi. Quello intitolato “Dear Sydney” però non ha fatto centro, e di certo non si aggiudicherà una medaglia d’oro.

Nello spot di 60 secondi (che non verrà più mandato in onda durante il seguìto evento sportivo attualmente in svolgimento nella capitale francese), un padre cerca di scrivere una lettera da fan per conto della figlia alla star statunitense dell’atletica Sydney McLaughlin-Levrone.

Quello che proprio non è piaciuto, è il messaggio veicolato – non intenzionalmente – dalla pubblicità. Sì, perché invece che aiutare la figlia a scrivere la lettera, il padre sceglie la via più fredda, semplice e veloce: chiede aiuto a Google Gemini. Come fatto notare da molti, chiedendo l’intervento dell’intelligenza artificiale, viene meno quella fondamentale connessione tra persone (un padre e una figlia, poi).

Dopo i numerosi feedback negativi, Google ha voluto sottolineare che il messaggio della sua pubblicità era (ovviamente) un altro, ovvero che Gemini può fornire uno spunto di riflessione da cui partire o una bozza iniziale per qualcuno che cerca idee per la propria scrittura.

“Dear Sydney” non verrà più mostrato in rotazione sui canali NBC, ma resta comunque disponibile su YouTube.

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