Raramente Apple consente di riprendere le fasi costruttive dei suoi prodotti. Ed è proprio per questo motivo che il video da poco apparso su YouTube assume un’importanza davvero notevole. Realizzato da American Public Media, il filmato mostra le varie fasi di lavoro che portano alla produzione degli iPad. Apple, come noto, si appoggia alla società taiwanese Foxconn – operante in Cina, Stati Uniti e Giappone – per la realizzazione “materiale” dei suoi tablet. Si tratta di una realtà enorme, di un’azienda che ha le dimensioni, per dipendenti, di una popolosa città e che di recente è stata più volte nell’occhio del ciclone per le condizioni inadeguate in cui si troverebbero a lavorare gli impiegati.
Proprio per questo motivo, Apple e Foxconn avrebbero accordato al giornalista Rob Schmitz – che aveva pubblicato un articolo bollato come “fuorviante” dalle due società – l’autorizzazione a visitare ed a registrare ciò che accade quotidianamente nella sede cinese dell’azienda che produce gli iPad. La fabbrica di Foxconn, che si trova a Shenzhen, impiega più di 240.000 lavoratori e più 50.000 fra di loro vive e risiede all’interno del “campus” della società.
L’area campus di Foxconn somiglia ad una piccola cittadina: balzano subito agli occhi i fast-food, i bar, i negozi di frutta e verdura, quelli di prodotti gastronomici e le zone ove è possibile praticare attività sportive.
Nel video, che vi proponiamo di seguito, si vede come viene assemblata la scheda madre, installato il touchscreen e verificata la perfetta funzionalità del giroscopio integrato in ogni prodotto.
Tutto nel video sembra perfetto e sembra non sia stata effettuata alcuna intervista tra i lavoratori. Schmitz si è limitato a riferire che alcuni dipendenti di Foxconn, interrogati sulle loro condizioni di lavoro, hanno dichiarato – con un sorriso – che non sarebbero poi così malvagie.
Resta comunque il parere negativo della “Fair Labor Association” (FLA) che di recente ha stigmatizzato quando accade nelle fabbriche asiatiche di Foxconn parlando di orari di lavoro troppo lunghi e retribuzioni insufficienti (ved. questo nostro articolo).