La Commissione Europea è ormai pronta a pronunciarsi rispetto alla denuncia di Spotify nei confronti di Apple e, stando ai diversi indizi riportati da diversi organi di informazione, per il colosso di Cupertino si profila una multa salata. La potenziale violazione delle leggi UE, infatti, potrebbero costare alla compagnia qualcosa come 500 milioni di euro.
Al di là di quella che è la questione meramente economica, però, non è la sola preoccupazione di Apple che ha portato avanti la diatriba con Spotify anche a mezzo stampa. In una dichiarazione rilasciata ai media infatti, l’azienda ha voluto chiarire come, secondo il suo punto di vista, Spotify non sia stata danneggiata dalle sue teoriche pratiche anticoncorrenziali.
Ecco come Apple ha voluto chiarire la sua posizione: “Siamo contenti di supportare il successo degli sviluppatori, inclusi quelli di Spotify, che è la più grande app di streaming musicale a livello mondiale. Spotify non paga nulla ad Apple per i servizi che l’hanno aiutata a realizzare, aggiornare e condividere la loro applicazione con gli utenti Apple in 160 paesi diversi in tutto il mondo. Fondamentalmente, le loro lamentele riguarda il tentativo di ottenere un accesso illimitato a tutti gli strumenti Apple senza pagare nulla per il valore offerto da Apple“.
Apple e Spotify: ecco i dati della collaborazione mai svelati finora
Con un attacco, neanche troppo velato, Apple ha poi condiviso una serie di dati (finora riservati) riguardo le attività di Spotify nell’ecosistema Apple.
A quanto pare, Spotify utilizzerebbe migliaia di API Apple su 60 framework, avendo sottoposto il proprio software al servizio di App Review per oltre 420 versioni dell’app, oltre alla piattaforma di beta testing TestFlight (anch’essa proprietà di Apple).
Secondo la compagnia fondata da Steve Jobs, gli ingegneri Apple hanno anche aiutato Spotify in diverse occasioni per quanto riguarda la riproduzione audio con accelerazione hardware e l’ottimizzazione dei consumi di batterie.
Il risultato di queste collaborazioni avrebbe portato a un certo successo dell’app dedicata allo streaming musicale nell’ecosistema Apple, con più di 119 miliardi di download complessivi.
Al di là della singola diatriba, a quanto pare la questione del Digital Markets Act (DMA) ha portato parecchio nervosismo tra i colossi tecnologici, visti i massicci interventi che gli stessi dovranno attuare per allinearsi con le nuove norme UE.