Il tentativo di Apple che mira a “tagliar fuori” Amazon così come le altre aziende rivali impedendo loro l’utilizzo del termine “app store” potrebbe subire un duro stop. Secondo fonti d’oltreoceano, il giudice distrettuale Phyllis Hamilton – designato ad esprimersi sulla vicenda che vede Apple schierata con Amazon (ved. questo articolo) – ha dichiarato di essere orientata a rigettare le richieste della Mela. Secondo la Hamilton, infatti, le ragioni portate dalla società di Steve Jobs all’attenzione della corte non sarebbero condivisibili. In particolare, la principale argomentazione dei legali di Apple riguardante la confusione che verrebbe ad ingenerarsi intorno alla denominazione “app store“, non troverebbe alcun riscontro.
Apple aveva chiamato in causa Amazon a marzo tentando di mettere i bastoni tra le ruote al novello “app store” lanciato dall’azienda specializzata nel commercio elettronico. Amazon aveva risposto ad aprile con una controdenuncia nei confronti di Apple sostenendo come “app store” sia una denominazione troppo generica e richiedendo l’archiviazione del caso.
Le due vertenze legali sono legate a doppio filo con altre cause incentrate anch’esse sul nome “app store“: basti ricordare le eccezioni sollevate da Microsoft per quanto concerne la registrazione del marchio negli USA (ved. questa pagina).
Allo stato attuale, Apple detiene i diritti per l’impiego delle espressioni “App Store” ed “Appstore” in Europa mentre negli Stati Uniti è ancora in corso il processo di approvazione del marchio. Microsoft, HTC, Nokia e Sony Ericsson, con un’azione congiunta, stanno tentando di invalidare il “marchio registrato” sul territorio europeo mentre negli States è proprio la società di Redmond che sta cercando di bloccarne l’approvazione.