Per pubblicare un’applicazione su App Store è necessario ottenere il via libera da parte di Apple, è cosa nota. A tal proposito, proprio il gigante di Cupertino ha annunciato una importante novità riguardante il processo di approvazione di un’app: gli sviluppatori che utilizzano determinate API dovranno spiegare in modo dettagliato il perché.
Per approvare le applicazioni, Apple chiede maggiori dettagli agli sviluppatori
Non è di certo per capriccio che Tim Cook & co. hanno deciso di aggiornare il processo d’approvazione delle app per App Store. Il colosso californiano vuole infatti mettere fine ai cosiddetti fingerprints loopholes, ovvero quelle tecniche sfruttate per ottenere informazioni su un dispositivo e/o sull’utente proprietario per tracciarle su più app e/o siti web.
Si tratta ovviamente di una pratica già oggi non consentita, non a caso nel 2021 è stata introdotta l’App Tracking Trasparency, che offre agli utenti la possibilità di scegliere se e come essere “tracciati” dai network pubblicitari. Tuttavia, qualcuno non si è perso d’animo ed è riuscito ad aggirare questa feature riuscendo a monitorare anche le attività degli utenti che avevo chiesto di non essere tracciati. Da qui l’uso improprio delle API.
Ecco perché gli sviluppatori dovranno motivare l’utilizzo delle API che permettono di vedere i timestamp dei file, dare un’occhiata ai tempi d’avvio del sistema e così via. Infatti, in base a quanto comunicato da Apple, queste applicazioni potrebbero essere utilizzate in modo improprio per cercare di identificare il dispositivo e/o l’utente.
I developer più furbi potrebbero giocarsi la carta della bugia e mentire sul vero utilizzo delle API in questione, ma a che rischio? Apple precisa nella sua policy che “i motivi dichiarati devono essere coerenti con la funzionalità dell’applicazione presentata agli utenti”. Pur non essendo perfetto come sistema, è probabile che qualche sviluppatore ci penserà due volte prima di tentare di aggirare le linee guida di Apple.
L’aggiornamento del processo di approvazione delle app non sarà immediato. Quello che è certo è che a partire dalla primavera del prossimo anno, le richieste prive dei dettagli sulle API verranno rifiutate.