La nona Corte d’Appello degli Stati Uniti ha dato ragione a un gruppo di consumatori che nel 2012 avevano accusato Apple di usare pratiche anticoncorrenziali impedendo agli utenti di acquistare e installare app da store non ufficiali o comunque da terze parti.
I giudici hanno accolto le contestazioni di fatto aprendo le porte a una possibile azione legale da parte dei clienti Apple. La società di Cupertino, monopolizzando di fatto il mercato delle app destinate ai suoi dispositivi mobili, avrebbe limitato la libertà d’azione dei consumatori portando a un incremento dei prezzi delle stesse applicazioni.
Apple si è sempre difesa facendo notare che la sua veste è quella di intermediario fra gli utenti e gli sviluppatori delle app. I programmatori accettano semplicemente di conferire una parte dei loro introiti ad Apple a fronte della pubblicazione delle loro app sullo store dell’azienda guidata da Tim Cook.
Nel precedente grado di giudizio le argomentazioni di Apple erano state accolte mentre questa volta la Corte d’Appello ha ritenuto corretto rigettare la linea di difesa della multinazionale USA.
Secondo il giudice William A. Fletcher, le app vengono invece acquistate direttamente da Apple e, di conseguenza, vi sarebbero tutti gli estremi per l’avvio di una vertenza legale.
La notizia è davvero importante perché Apple potrebbe trovarsi dinanzi a un bivio inevitabile: aprire il mercato favorendo l’installazione di app da altre sorgenti oppure pagare un’eventuale sanzione e provare a conservare “i paletti” intorno al suo store.