Le app ascoltano quello che diciamo per mostrare annunci mirati? Risponde Apple

Tanti utenti pensano che le app sugli smartphone ascoltino le loro conversazioni per finalità pubblicitarie. Ecco cosa ne pensa Apple.

L’attenzione alla privacy è uno dei pilastri della filosofia di Apple, anche quando si parla dell’ultima grande novità, l’AI. Durante la presentazione di Apple Intelligente in occasione della WWDC24 di giugno, infatti, l’azienda ha sottolineato quanto le inedite funzionalità di intelligenza artificiale, sia quelle on-device che quelle legate al cloud, saranno totalmente sicure. E lo stesso vale per l’integrazione di ChatGPT.

Di privacy si è parlato in una lunga intervista rilasciata alla youtuber Andru Edwards da Katie Skinner e Sandy Parakallis, rispettivamente User Privacy Engineering Manager e Privacy Product Marketing Lead di Apple. Nel corso dell’intervista vengono affrontanti diversi argomenti in un modo o nell’altro legati alla sicurezza e alla privacy degli utenti che utilizzano prodotti e servizi Apple. Ad esempio, è vero che ci sono alcune app su smartphone e tablet che ascoltano le nostre conversazioni per raccogliere informazioni e fornire così annunci mirati?

«È una cosa che si sente molto spesso ed è facile giungere a questa conclusione quando vedi l’annuncio di quel divano di cui stavi parlando con un amico. […] Per prima cosa, non siamo a conoscenza di applicazioni in grado di infrangere le misure di sicurezza e privacy dei nostri OS riguardanti fotocamera e microfono», commenta Katie Skinner. «I nostri livelli di protezione iniziano dal non concedere di default l’accesso alla fotocamera e/o al microfono alle applicazioni. Sono gli utenti a decidere se concedere o meno questi permessi, e nei casi in cui accettano di farlo, sanno sempre se un’app sta usando il microfono o la fotocamera grazie ai due indicatori [verde per la fotocamera e arancione per il microfono, ndr]. Hanno quindi sempre il pieno controllo».

Indicatori iPhone

Spiegato ciò, la dirigente Apple fornisce alcune delle possibili spiegazioni dietro quegli annunci fin troppo precisi e che, di conseguenza, destano preoccupazione in molti utenti:

Spesso capita di parlare di un prodotto o di un argomento e di poi vederlo in un annuncio pubblicitario o in un suggerimento d’acquisto. Ci sono diverse tecniche che possono portare a questo risultato, e sono un po’ più avanzate. Ad esempio, se io vengo a casa tua e mi collego al tuo Wi-Fi, e tu hai effettuato delle ricerche online su dei divani blu, può verificarsi una connessione nel backend in termini di indirizzo IP. E questo è un collegamento che può essere utilizzato per propormi successivamente degli annunci. Oppure, se siamo connessi su diversi tipi di social media, ci sono molti elementi nel backend che questi potenti modelli possono sfruttare per creare un collegamento.

Per questo abbiamo integrato la trasparenza sul tracciamento delle app nei nostri dispositivi. In questo modo l’utente ha il pieno controllo delle sue interazioni con le singole applicazioni.

Per guardare l’intervista nella sua interezza, basta cliccare qui.

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