Ci sono diversi modi per eseguire Android su PC e installarvi le relative app, anche dal Play Store di Google. L’approccio probabilmente più semplice e veloce consiste nell’installare BlueStacks. Presentato come un emulatore è in realtà una completa soluzione per la virtualizzazione di Android che consente di utilizzare il sistema operativo di Google senza abbandonare Windows: Emulatore Android stabile, veloce e performante: come configurarlo su PC.
Dopo l’abbandono del progetto Remix OS da parte degli sviluppatori, all’inizio del 2019 vi abbiamo presentato PrimeOS, un vero e proprio sistema operativo derivato da Android che può essere ad esempio avviato al boot della macchina, anche tramite chiavetta USB (magari scelta tra quelle più performanti: Chiavetta USB: quali le caratteristiche da prendere in esame), oppure da una macchina virtuale.
Prime OS è a sua volta basato sul progetto Android-x86, il più avanzato strumento per eseguire Android su PC fintanto che Google non deciderà di unire il sistema operativo con Chrome OS in un’unica piattaforma (si parla di Fuchsia OS).
La piacevole novità è che Android-x86 9.0 poggia adesso su Android 9 Pie e utilizza il kernel Linux 4.19.80 con supporto a lungo termine introducendo anche numerosi miglioramenti sul versante grafico come l’accelerazione hardware OpenGL ES 3.x su sistemi AMD, Intel, Nvidia e QEMU (grazie all’ultimo stack grafico Mesa 19.0.0.8) e OpenGL ES 3.0 attraverso SwiftShader sulle GPU non compatibili. È stato inoltre aggiunto il supporto sperimentale Vulkan per i nuovi chip grafici Intel e AMD.
Altri miglioramenti includono codec con supporto per l’accelerazione hardware sui dispositivi dotati di schede grafiche Intel HD e G45, compatibilità con Secure Boot e sistemi UEFI, supporto per la gestione del boot loader GRUB-EFI, supporto audio, Bluetooth, videocamere digitali, Ethernet (solo DHCP), WiFi e schermi multi-touch.
Il nuovo Android-x86 offre una procedura d’installazione rinnovata (anche con grafica solo testo), il supporto per il montaggio automatico di unità USB esterne e memorie SD, per le app ARM attraverso il meccanismo di bridging nativo, attivabile da Configurazione, Opzioni Android-x86.
La nuova barra delle applicazioni permette anche l’utilizzo di un launcher alternativo che mostra le varie possibilità a schermo intero.
Come indicato in apertura, anche Android-x86 9.0 può essere utilizzato come distribuzione Linux “live” – senza installare nulla su hard disk e SSD -, accanto a Windows o Linux oppure eseguito da una macchina virtuale.
Su Linux si può usare il comando dd if=android-x86_64-8.1-r1.iso of=/dev/sdX
, dove sdX è il nome del dispositivo USB, per memorizzare Android-x86 in un’unità esterna avviabile.
In Windows si può usare sempre il file ISO e preparare una chiavetta USB avviabile, ad esempio, con Rufus: Rufus, guida all’uso del programma per creare supporti avviabili.
In alternativa, Android-x86 può essere installato in una macchina virtuale usando software come VirtualBox, QEMU, VMWare e Microsoft Hyper-V.
Le immagini RPM, egualmente disponibili sul sito ufficiale del progetto, possono essere installate come qualsiasi altro pacchetto su distribuzioni come Fedora, Red Hat, CentOS e SuSE.
Per effettuare il download di Android-x86 9.0 è sufficiente fare riferimento a questa pagina (optare per la versione a 32 o 64 bit a seconda dell’architettura del processore in uso). Tenere presente che al momento la versione più aggiornata è la Release Candidate 1, da non considerarsi come una versione definitiva (“stabile”).
Per maggiori informazioni su Android x86, è possibile fare riferimento al sito ufficiale.