Uno dei file manager più apprezzati in ambiente Windows e, da anni, anche su Android, è Total Commander. L’app vanta più di 10 milioni di download sul Play Store ed è uno strumento universalmente noto e apprezzato.
Eppure lo sviluppatore di Total Commander, Christian Ghisler, ha recentemente ricevuto un avviso da parte di Google che lo intimava a modificare il comportamento della sua app, pena la rimozione dal Play Store e la sospensione dell’account: “un’applicazione distribuita tramite Google Play Store non può essere modificata, sostituita o aggiornata con alcun metodo diverso dal meccanismo di aggiornamento del Play Store stesso. Inoltre un’app non è autorizzata a scaricare codice eseguibile da un’origine diversa dal Play Store“, si legge nella notifica trasmessa a Ghisler dall’azienda di Mountain View.
Che un’app Android non possa scaricare codice eseguibile da sorgenti che non siano il Play Store è risaputo da tempo. Il fatto è che Total Commander non fa nulla del genere ma si limita a consentire agli utenti di installare file APK manualmente: l’app consente cioè di effettuare il cosiddetto sideloading.
Cosa non permessa su iOS, dalla “notte dei tempi” Android consente di installare applicazioni da sorgenti non ufficiali servendosi dei pacchetti in formato APK.
Anzi, adesso che il sistema operativo Microsoft è diventato compatibile con le app Android siti come APKMirror diventano utili con Windows 11 proprio in ottica sideloading.
Per uscire dall’impasse e non rischiare la rimozione dal Play Store, l’autore di Total Commander ha deciso di rimuovere la possibilità di installare APK attraverso la sua app.
Quanto accaduto sta però sollevando notevoli dubbi nella comunità degli sviluppatori? Google sta forse “cambiando registro” e ritiene in futuro di non tollerare più la pratica del sideloading. Oppure si è trattata di un'”incomprensione” dovuta a un’analisi poco attenta del comportamento di un’applicazione come Total Commander?
A questo punto spetta però a Google specificare meglio e con argomentazioni più puntuali da che cosa sono scaturite le contestazioni rivolte a un’app assolutamente legittima qual è Total Commander.