Dopo Google (Google sospende la trascrizione dei comandi vocali per tre mesi), Amazon, Apple e Microsoft – che hanno ammesso di aver assoldato team di persone incaricate a verificare e migliorare la trascrizione delle registrazioni vocali degli utenti, anche Facebook ha ammesso di comportarsi allo stesso modo nel caso dei messaggi audio scambiati con Messenger.
Bloomberg, citando una presa di posizione dei portavoce dell’azienda di Mark Zuckerberg, precisa che le trascrizioni dei messaggi vocali venivano effettuate solo nel caso in cui gli utenti avessero spuntato l’apposita opzione.
In ogni caso, Facebook ha comunicato di aver cessato questo tipo di attività, avente come fine ultimo quello di verificare il corretto funzionamento degli algoritmi di intelligenza artificiale adoperati in seno al social network.
Tutte le aziende hanno fatto presente che in nessun caso le registrazioni e le trascrizioni testuali automatizzate potevano essere collegate ai corrispondenti utenti. Il problema legato quindi alla privacy degli iscritti e alla gestione dei dati personali è stato così derubricato.
Almeno i Garanti Privacy europei non sembrerebbero dello stesso avviso tanto che l’ufficio tedesco che si occupa di protezione dei dati, dopo l’iniziale indagine limitata alle attività di Google, ha esortato i colleghi ad approfondire la questione estendendo le verifiche a tutte le aziende coinvolte.
Quando a Facebook, proprio nei giorni scorsi, la società si è accordata con la FTC statunitense per versare una mastodontica sanzione da 5 miliardi di euro per l’affaire Cambridge Analytica: Colossale multa da 5 miliardi di dollari a Facebook per la vicenda Cambridge Analytica.