Il business di AMD all’inizio dell’ultimo decennio si è rivelato piuttosto complicato a seguito di alcuni errori concettuali che sono stati commessi dall’azienda di Sunnyvale. Alcune contromisure della concorrenza e, onestamente, anche un po’ di avverse fortune non hanno certo aiutato tanto che le quote di mercato appannaggio di AMD sono scese ad appena il 9,1% nel 2016 secondo lo studio elaborato da Mercury Research.
Tutto è cominciato nel 2017 con la presentazione dell’architettura Zen e con il lancio dei processori Ryzen, tuttavia, AMD è tornata a “graffiare”: nel secondo trimestre del 2020 le sue quote di mercato sono salite fino al 19,2% con i dati economici complessivi che si sono significativamente rafforzati aprendo a una crescita sostenuta nei mesi a venire.
Poiché AMD non è legata ai propri stabilimenti per la produzione dei chip, l’azienda è stata in grado di sfruttare il processo produttivo a 7 nm per mettere a punto le linee Ryzen 3000 e Ryzen 4000, con un’impostazione che proseguirà nei prossimi anni lungo la medesima traiettoria.
Con l’architettura Zen, AMD non soltanto è rientrata nel mercato mainstream delle CPU ad alte prestazioni ma si è fatta prepotentemente largo in altri segmenti chiave come quello dei processori per i notebook e nel settore professionale. Ryzen e Threadripper hanno segnato una svolta nel settore che si è poi concretizzata con Zen 2, architettura alla base dei processori Ryzen 3000, delle APU Ryzen 4000 e dei processori EPYC Rome e Threadripper 3000.
Quando AMD si è trovata sull’orlo del fallimento, molti esperti e analisti ritenevano che la l’unica opzione fosse quella di “vendersi” a un gigante della tecnologia, come Samsung.
AMD è invece riuscita a riprendersi con le sue azioni che oggi sono più preziose di quelle di Intel mentre la sua capitalizzazione è vicina ai 100 miliardi di dollari.
Con il lancio dei primi prodotti basati su Zen 3, previsto per la fine di quest’anno, AMD potrebbe porsi addirittura in una condizione di leadership in termini di prestazioni, efficienza energetica e prezzo. Da rimarcare – cosa incredibile – che ciò potrebbe verificarsi a tutti i livelli grazie alla versatilità dell’architettura Zen 3, al design MCM (multi-chip) che permette la realizzazione di processori general-purpose ad alte prestazioni per qualsiasi settore, all’efficienza produttiva per quanto concerne l’utilizzo dei wafer di silicio e alle politiche di prezzo aggressive.
Secondo l’analista Mark Lipacis, l’azienda guidata da Lisa Su riuscirà a conquistare il 50% del mercato delle CPU x86 già nel secondo trimestre 2021.
Una valutazione troppo ottimistica? Forse. Anche perché per mettersi nel portafoglio una simile quota di mercato AMD non potrà limitarsi a lanciare buoni prodotti ma dovrà perfezionare i suoi accordi con i produttori hardware rafforzando contestualmente i suoi investimenti in pubblicità e marketing per far capire agli utenti perché scegliere i suoi processori.