L’impostazione che ARM ha scelto per i suoi SoC con big.LITTLE sembra che sia stata fonte di grande ispirazione sia per Intel che per AMD: Processori moderni: come vengono gestiti i carichi di lavoro tra i vari tipi di core.
Dopo aver appreso che Intel utilizzerà un design simile per i suoi processori Alder Lake (Processori Intel Alder Lake in configurazioni da 6, 10, 14 e 16 core), adesso pare che gli ingegneri di AMD abbiano iniziato a lavorare su una propria “ricetta” che ricorda il design ideato da ARM. Tanto che AMD ha già depositato il brevetto relativo alla soluzione messa a punto.
Fino a ieri sia i processori per PC di Intel che quelli di AMD disponevano un certo numero di core, tutti uguali, contraddistinti quindi da un design omogeneo.
L’idea di ARM big.LITTLE fu quella di affiancare diversi tipi di core nello stesso processore: alcuni responsabili della gestione dei carichi di lavoro più pesanti; altri a basso consumo energetico per risparmiare batteria (o comunque migliorare l’efficienza) da usare quando i workload non sono particolarmente pesanti o anche quando il sistema è a riposo.
Il brevetto depositato da AMD sembra essere una risposta a quanto Intel ha realizzato: un nuovo tipo di processore multi-core con due differenti cluster per le attività con requisiti prestazionali elevati e per massimizzare l’efficienza energetica.
Rispetto alla soluzione di Intel, il design di AMD prevede l’utilizzo di cluster strettamente integrati. La cache L1 delle due tipologie di core è dedicata mentre la cache L2 e L3 sarebbe condivisa tra i due cluster.
Il design ibrido di Intel è diverso da questo punto di vista perché i cluster sono separati nel die con una scarsa coerenza per quanto riguarda la cache.
AMD, dal canto suo, avrebbe gestito la problematica chiarendo – nel suo brevetto – anche come intende conciliare le differenze a livello di instruction set (ISA) tra le due tipologie di core.
Per adesso AMD non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito al nuovo design multi-core limitandosi a confermare di essere al lavoro anche su questo tema.
Posto che la registrazione di un brevetto non implica necessariamente che uno o più prodotti possano poi essere davvero realizzati, è lecito ipotizzare che nessun processore commerciale possa arrivare sul mercato prima di 3 o 4 anni.