Amazon ha presentato quest’oggi una nuova tecnologia contactless che ha l’obiettivo di consentire l’effettuazione di pagamenti in negozio e autorizzare altri tipi di transazioni usando il palmo della mano.
L’azienda di Jeff Bezos ha per il momento installato Amazon One, questo il nome del meccanismo di autenticazione, in due negozi fisici a Seattle (USA).
Gli acquirenti potranno registrare il palmo della mano come identificativo unico e poi inserire la carta di credito nel dispositivo situato all’ingresso per associare il sistema di pagamento ai dati biometrici registrati con la scansione della mano.
Stando a quanto dichiarato, Amazon One non sarebbe stato progettato solo per verificare l’intenzione degli utenti ad autorizzare un pagamento. I portavoce dell’azienda hanno aggiunto che il riconoscimento del palmo sarà utile per semplificare “attività quotidiane” come la presentazione delle carte fedeltà e la verifica dell’identità delle persone all’ingresso di stadi, uffici, negozi e altro ancora.
Amazon sta insomma cercando di imporre uno standard biometrico per la verifica dell’identità sostituendo POS, badge, biglietti e altri metodi tradizionali per effettuare pagamenti e confermare l’identità delle persone.
Dopo il suo debutto nei primi due negozi Amazon Go, Amazon One dovrebbe arrivare nei prossimi mesi in altri negozi della società di Jeff Bezos.
Al momento non c’è alcuna “imposizione”: l’azienda ha chiarito che gli utenti possono continuare ad utilizzare gli abituali metodi di pagamento e conferma dell’identità.
Non è dato sapere, inoltre, quali sono le caratteristiche del palmo della mano che vengono lette e registrate. Esaminando la descrizione di un brevetto depositato nel 2018, sembra che Amazon One possa andare alla ricerca di tutta una serie di caratteristiche uniche come la presenza di linee, di diversa forma, lunghezza e profondità oltre che delle vene sanguigne.
In un mondo sempre più diffidente nei confronti dei sistemi che fanno uso dei dati biometrici altrui; con la stessa Amazon al centro di alcune controversie legate alla sua tecnologia di riconoscimento facciale, quest’ultima trovata solleverà senza dubbio molti dubbi e, soprattutto in terra europea, farà partire le verifiche da parte delle Autorità che si occupano di protezione dei dati personali.
In una FAQ appena pubblicata sul blog della società, Amazon prova ad allontanare alcune preoccupazioni e a illustrare i potenziali vantaggi del riconoscimento del palmo della mano rispetto ad esempio ad alternative come il riconoscimento facciale.
Amazon spiega ad esempio che con il riconoscimento del palmo della mano non è possibile determinare l’identità di una persona semplicemente esaminandone l’immagine su uno schermo. Questo è ovvio ma d’altra parte va anche detto che dati biometrici delicati in quanto tali (perché utilizzabili per autorizzare pagamenti e addebiti) vengono comunque registrati sui server della società.
A tale proposito, però, Amazon ha voluto precisare che le immagini dei palmi delle mani non sono memorizzate localmente sui dispositivi Amazon One e sono invece conservate in un’area crittografata sul cloud. Coloro che sono in possesso di un account Amazon sono comunque in grado di gestire le informazioni salvate sui server e verificare la cronologia di utilizzo del palmo della mano.
Non è dato sapere se Amazon One, che già viene presentata in un sito dedicato, possa arrivare in tempi brevi anche in Europa.
Certo è che una tecnologia del genere darà il via a una serie di approfondite verifiche da parte del Garante Privacy.
Il GDPR, infatti, esclude la possibilità di trattare i dati biometrici tranne in alcune eccezioni. Ad esempio allorquando l’interessato abbia prestato il suo esplicito consenso per una o più finalità specifiche; per tutelare il diritto del lavoro, della sicurezza sociale e protezione sociale di chi tratta i dati (previa autorizzazione in punto di diritto o sulla scorta di un contratto collettivo); in casi molto specifici che hanno a che fare con situazioni emergenziali, con la protezione della salute, con finalità di archiviazione nel pubblico interesse.
Per la rilevazione delle presenze sul posto di lavoro gli strumenti basati sulla biometria sono ammessi ma il Garante ha posto diversi paletti per “alleggerire” l’impatto sulla sfera personale del singolo.