Allarme Interpol: casi di sextortion e ransomware in forte aumento

Sextortion, ransomware e attacchi DDoS: Interpol e le sue raccomandazioni per evitare questo tipo di minacce informatiche.
Allarme Interpol: casi di sextortion e ransomware in forte aumento

Il crimine informatico è in forte aumento. A lanciare l’allarme è addirittura l’Interpol che, secondo i dati in possesso, vede fenomeni come ransomware, sextortion e i più classici attacchi DDoS in continua crescita.

Nel primo caso parliamo di una modalità di estorsione alquanto diffusa, con i file di un computer bloccati dai cybercriminali attraverso un sistema di crittografia. Per ottenere nuovamente i dati, alla vittima viene chiesto un riscatto in denaro (più spesso in criptovalute).

Se fino a qualche tempo fa questa modalità di offensiva era legata agli ambienti aziendali, al giorno d’oggi si tratta di una minaccia concreta per chiunque navighi online.

Secondo la suddetta organizzazione internazionale, i consigli principali per evitare i ransomware prevedono azioni come:

  • eseguire backup regolari;
  • scaricare app solo da app store affidabili;
  • mantenere l’antivirus aggiornato;
  • evitare l’apertura di allegati poco attendibili.

I consigli di Interpol per evitare ransomware, sextortion e attacchi DDoS

Una modalità di attacco meno conosciuta ma altrettanto pericolosa è la sextortion.

In questo contesto, i criminali informatici inducono le vittime a condividere immagini o video espliciti, utilizzate poi per veri e propri ricatti. Sebbene prevenire la condivisione i file compromettenti sia importante, l’Interpol spiega anche come comportarsi in caso di sextortion.

Interrompere la comunicazione con i ricattatori, non accettare in alcun modo le sue richieste e segnalare URL (con tanto di eventuali screenshot relativi alla richiesta di denaro), può essere importante per individuare i cybercriminali.

L’organizzazione internazionale della polizia internazionale, infine, si è spesa anche per quanto concerne gli attacchi Distributed Denial-of-Service, ovvero DDoS.

Questa minaccia, ormai diffusa da anni, prevede tentativi di sovraccarico dei server, con un numero eccessivo di richieste d’accesso. Tale offensiva porta, nella maggior parte dei casi, a veri e propri crash dei siti presi di mira.

A tal proposito, i consigli di Interpol prevedono di:

  • Monitorare con attenzione eventuali anomalie di traffico;
  • Aumenta la sicurezza della rete e aggiornare i sistemi per la protezione;
  • Riconoscere i primi segnali di un attacco DDoS per mitigare i danni;
  • Per le aziende, avere un team IT aggiornato e pronto a far fronte a un eventuale attacco.

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