Inizia oggi, presso il Tribunale di Milano, il processo che vede imputati alcuni dirigenti di Google in merito alla pubblicazione, avvenuta nel 2006, di un video che ritraeva un ragazzo affetto dalla sindrome di down mentre veniva molestato da parte di un gruppo di compagni di classe. Il contenuto fu caricato sul servizio “Google Video”.
In seguito alla denuncia di ViviDown Onlus, “Associazione Italiana per la Ricerca Scientifica e per la Tutela della Persona Down”, venne operata anche una perquisizione nella sede italiana del colosso fondato da Larry Page e Sergey Brin.
Google ha sempre sostenuto che la responsabilità dei contenuti posti online da parte dei propri utenti, è degli utenti stessi. E non di chi mette loro a disposizione un servizio.
Il processo è di particolare interesse soprattutto perché, sino ad oggi, non si erano mai registrati casi del genere.
Google ha ripetutamente espresso la propria vicinanza alla vittima delle ingiurie ed alla sua famiglia, confida che gli aggressori rappresentati nel video siano identificati e puniti ma non si ritiene in alcun modo responsabile a proposito del contenuto dello stesso video. “Sarebbe come perseguire il servizio postale per il contenuto diffamatorio di una lettera che si è ricevuto“, ha osservato una portavoce del gigante di Mountain View.
Aggiornamento: il processo, apertosi nella giornata odierna, ha subìto un rinvio al prossimo 18 febbraio.