Ha aperto i battenti quest’oggi al “Moscone Center” di San Francisco Google I/O (ved. questa pagina), il più grande evento organizzato dal colosso di Mountain View nel corso dell’anno e dedicato in particolare agli sviluppatori. Google ritiene di fondamentale importanza per la crescita dei propri servizi online e, quindi, del proprio business, l’apporto di contributi da parte di programmatori esterni alla struttura societaria.
Sono circa 3.500 gli sviluppatori che parteciperanno a Google I/O; 80 sono le sessioni di lavoro programmate; 100 le dimostrazioni tecniche.
Secondo Ray Valdes, analista di Gartner, Google dovrebbe tendere a massimizzare l’apporto di contributi da parte di altri programmatori. Ancora di più rispetto a quanto fatto sinora. Rispetto a coloro che sviluppano su piattaforma Microsoft .Net, su iPhone, che creano applicazioni per Facebook, i programmatori attivi su tecnologie firmate Google sarebbe infatti ancora troppo ridotto. Per condurre la partecipazione ad un livello più alto, secondo Valdes, Google dovrebbe mettere a punto una piattaforma maggiormente integrata che permetta agli sviluppatori di raggiungere un pubblico di utenti finali più vasto e generare introiti dalle applicazioni prodotte.
Per Al Hilwa, analista IDC, Google dovrebbe premere l’acceleratore soprattutto su Android, piattaforma per il mondo mobile che oggi appare come una promessa concreta per gli sviluppatori. Google dovrebbe però attrarre in modo più deciso e convincente l’attenzione dei produttori di smartphone e telefonini se vuole competere con l’iPhone, ha osservato Hilwa.
Ma veniamo alle novità che Google ha iniziato a presentare, quest’oggi, durante l’evento I/O.
Parliamo, in primo luogo, di Google Web Elements, un’interfaccia per le API Ajax del colosso fondato da Larry Page e Sergey Brin. DeWitt Clinton ha fornito ai presenti un’anteprima del funzionamento di “Web Elements”: l’obiettivo è quello di rendere fruibili le funzionalità di Google da qualunque sito web, così come se si effettuate un semplice “copia e incolla”. Proprio quest’ultima caratteristica ha destato particolare interesse: l’aggiunta di notizie, ricerche personalizzate, conversazioni, mappe ed altro ancora diviene immediata ed effettuabile con pochi clic del mouse. Un annuncio che risulta d’interesse per chiunque produca contenuti per il web. Analoga operazione può essere condotta sui documenti, sui fogli elettronici e sulle presentazioni prodotte con il servizio “Google Docs”.
Vic Gundotra, Google VP of Engineering, riferendosi alle potenzialità che oggi offrono le applicazioni web ha commentato: “non fate l’errore di sottovalutare il web. Una volta eravamo convinti che il web non avrebbe mai potuto rivaleggiare con le classiche applicazioni desktop”. Con l’esperienza accumulata, Google vuole puntare al massimo su HTML 5. Motivo? HTML 5 prevede il supporto per la memorizzazione locale di grandi quantità di dati scaricati mediante il browser. In questo modo è possibile utilizzarle con applicazioni “web based”, anche in assenza di connessione Internet.
dal browser, per consentire l’utilizzo di applicazioni basate su web (come per esempio le caselle di posta di Google o altri servizi analoghi) anche in assenza di collegamento a Internet.
HTML 5, inoltre, introduce speciali tag per la gestione di contenuti multimediali – sempre più comuni nei progetti Web 2.0 -, rende più stringenti le regole per la strutturazione del testo in capitoli, paragrafi e sezioni, ottimizza gli strumenti per il controllo dei moduli (form), integra elementi di controllo per i menù di navigazione.