“Il sistema GPS non cesserà di funzionare”, ha dichiarato il colonnello Dave Buckman, della Air Force USA. Piuttosto, le eccezioni sollevate nei giorni scorsa da parte dello “U.S. Government Accountability Office” (GAO), in uno studio reso pubblico (ved. ), trovano conferma per ciò che riguarda un possibile degrado prestazionale.
Il servizio GPS, offerto dai 31 satelliti messi a disposizione, consente a chiunque lo desideri di stabilire la propria posizione sul globo terrestre. Secondo quanto emerge delle informazioni governative, sarebbero stati stanziati circa 6 miliardi di dollari, nel corso del prossimo quinquennio, per predisporre nuovi satelliti e strumenti di terra per la loro gestione.
In una nota, l’Air Force sottolinea come “l’attuale costellazione GPS consti del maggior numero di satelliti mai avuto in passato” e si precisa come l’intento sia quello di mantenere il livello di qualità del servizio almeno pari a quello sul quale si può fidare al momento. Buckman ha confermato che ci siano stati dei problemi, ad esempio, nel caso del satellite SVN-49 – lanciato a Marzo e non ancora perfettamente schierato in orbita -. Il colonnello ha comunque confermato come le problematiche siano in fase di risoluzione.
Alcuni portavoce del Dipartimento della Difesa statunitense hanno comunque osservato come diversi satelliti potrebbero giungere alla fine della loro attività operativa prima della loro effettiva sostituzione. C’è quindi una probabilità che non sia possibile mantenere attivi un numero di satelliti sufficientemente adeguato. Le stime di GAO sono ancora più pessimistiche.
Buckman ha comunque voluto sgombrare il campo dalle tinte fosche: “non arriveremo mai ad avere in funzione meno di 24 satelliti” per il servizio GPS.
Anche chi rappresenta gli operatori telefonici ritiene che le probabilità di malfunzionamenti siano piuttosto contenute: è comunque bene valutarle anzitempo per evitare le spiacevoli conseguenze che si potrebbero registrare su scala mondiale.