Il chatbot ChatGPT è ormai disponibile da più di un anno e, in questo lasso di tempo, gran parte degli utenti si è divertito a testare le sue potenzialità. Nonostante questo approccio ludico, questo strumento ha però dei margini di miglioramento che potrebbero influenzare il futuro sotto vari punti di vista, incluso il settore medico.
ChatGPT agisce scandagliando Internet alla ricerca di informazioni e organizzandole in base alle domande che poste dall’utente. Il modo in cui può sintetizzare rapidamente le informazioni e personalizzare i risultati, ha di fatto sostituito la ricerca di eventuali sintomi sui motori di ricerca, pratica molto diffusa negli ultimi anni.
A questo punto, in molti si fanno una domanda: la piattaforma realizzata da OpenAI è in grado (o lo sarà in futuro) di sostituire i medici di famiglia? Se è vero che esistono già diagnosi dell’Intelligenza Artificiale, il discorso è molto più complesso di quanto si potrebbe pensare.
Affidarsi a un sistema come ChatGPT può aiutare a ridurre i tempi d’attesa, soprattutto se si ha a che fare con sistemi sanitari tutt’altro che eccellenti, ma ha anche delle controindicazioni da non sottovalutare.
Medici di famiglia sostituiti dall’IA? Per ora non è ancora possibile
Affidare a qualsiasi strumento IA, incluso ChatGPT, qualsiasi grado di potere sulla salute di una persona comporta dei rischi. Una grande limitazione del sistema di OpenAI è il presentarsi di allucinazioni per quanto riguarda le risposte. In questo senso, almeno al momento, ChatGPT non è affidabile come un medico.
Anche se consultare Google, tramite normale ricerca, o un qualsiasi sistema IA può essere pericoloso, non è del tutto sbagliato. Per esempio, cercare alcuni sintomi online prima di rivolgersi dal medico di famiglia può essere una buona pratica. Almeno per il momento, però, la ricerca in rete non sostituisce un professionista del settore.
Un sondaggio del 2022 condotto da PocketHealth, una piattaforma di condivisione di immagini mediche, ha rilevato che le persone definite come “pazienti informati” nel sondaggio utilizzano diverse fonti: dai medici a Internet, fino alle community online. Circa l’83% di questi pazienti ha riferito di fare affidamento sul proprio medico di famiglia e circa il 74% ha riferito di effettuare ricerche online per comprendere i propri sintomi. Il sondaggio era piccolo e limitato ai clienti PocketHealth, ma suggerisce che possono coesistere più flussi di informazioni.
Sebbene l’IA sta facendo passi da gigante, dunque, la sostituzione del classico medico è ancora ben lontana.